CATANIA – “La sanità e le politiche della salute monopolizzano ormai l’attenzione generale”. A dimostrarlo è il grande spazio che il Marefestival di Salina, rassegna cinematografica giunta ormai alla sua decima edizione, ha dedicato alle eccellenze della sanità siciliana, organizzando alcuni workshop su specifici argomenti inerenti la cura e l’assistenza rispetto ad alcune patologie.
Almeno per una volta il Covid non l’ha fatta da padrone, anzi. A dominare è stato, innanzitutto, il desiderio impellente di tornare a occuparsi di questioni che, proprio a seguito della pandemia, sono state per mesi fuori da qualsiasi riflettore.
Nella terza giornata del Festival, in particolare, un Focus è stato affidato completamente all’Arnas Garibaldi di Catania, che ha affrontato il tema della “promozione della natalità“, a cui hanno partecipato il direttore responsabile del settore Welfare Fondazione Censis, Ketty Vaccaro, il direttore generale della stessa azienda ospedaliera, Fabrizio De Nicola, il direttore del Dipartimento Materno-Infantile, Giuseppe Ettore e la coordinatrice ostetrica, Sebastiana Ferraro.
Nel corso dell’incontro, dinanzi a un pubblico attento, è emerso un quadro davvero serio e, sotto certi aspetti, anche preoccupante rispetto al rapporto nascite-mortalità che interessa il nostro Paese.
“Dagli anni sessanta in poi si è verificato un calo costante delle nascite, acuitosi peraltro negli ultimi due lustri, sul quale dobbiamo riflettere tutti profondamente, soprattutto per il significato sociale che questo fenomeno comporta”, ha detto durante il suo intervento la dottoressa Vaccaro.
Rimpicciolita, invecchiata, con pochi giovani e pochissime nascite: così appare quindi l’Italia vista attraverso la lente degli indicatori demografici. Dal 2015, anno di inizio della flessione demografica mai accaduta prima nella nostra storia, si contano 436.066 cittadini in meno, nonostante l’incremento di 241.066 stranieri residenti. È quanto emerge dal 53esimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, da cui risulta che nel 2018 i nati sono stati 439.747, cioè 18.404 in meno rispetto al 2017.
“L’esperienza della nascita dovrebbe essere l’espressione di una relazione rispettosa. Si tratta di instaurare un processo dialettico che deve essere negoziato tra la donna, il suo compagno ed i professionisti al fine di empowerizzare la donna e rendere quella nascita un esperienza positiva”, ha aggiunto la dottoressa Ferraro.
Al Garibaldi di Nesima, nel 2020 sono stati più di duemila i nuovi venuti al mondo, bambini seguiti già nel grembo materno, attraverso specifiche attività e iniziative innovative.
“Nella nostra struttura – ha dichiarato il dottor Ettore, abbozzando un sorriso – abbiamo rilevato una piccola crescita delle nascite giusto nel periodo della chiusura totale per la pandemia. Credo si tratti di un fenomeno generale che, però, non fa presagire a una definitiva inversione di tendenza. Serve quindi agire attraverso un impianto logico-sistematico di attività. Occorre pensare a un supporto di natura economica, propedeutico a qualsiasi azione di sostenibilità che possa dirsi efficace, allo scopo di favorire tutti quei meccanismi che possono aiutare la donna, sia sotto l’aspetto della tutela giuridica che sotto quello sanitario e sociale”.
La questione economica, però, sembra non spaventare particolarmente la classe dirigente della sanità siciliana, quanto invece la necessità del giusto impiego delle risorse.
“Il reperimento dei fondi e l’accesso ai bandi comunitari sono stati il vero problema per l’accesso ai vantaggi offerti a livello europeo. Un freno davvero inaccettabile. Credo, però, che negli ultimi anni le cose stiano davvero cambiando e, anche grazie all’attenzione sollevata dalla pandemia, la questione centrale della sanità non sono più le risorse economiche, che ci sono e vanno impiegate per rinnovare le strutture o farne delle altre, per acquistare attrezzature moderne ed efficaci, nonché per innovare l’intero sistema digitale e mettere in rete le diverse professionalità”, ha affermato il dott. De Nicola nel suo intervento.