Scuola-università, ai giovani manca la motivazione: “Studenti non tutelati”

Scuola-università, ai giovani manca la motivazione: “Studenti non tutelati”

CATANIA – Scuola e società, due argomenti diversi, ma con tanti punti in comune. La carriera scolastica e universitaria (quest’ultima per chi decidesse di intraprenderla) hanno grande importanza per l’inserimento di una persona a livello sociale.

Oggi, però, molti ragazzi non sono motivati dal proseguire il loro percorso di studi o, comunque, lo vivono quasi come un’“imposizione” dall’alto. Di chi è la colpa? Difficile stabilirlo in questa sede, ma sentire l’opinione dei diretti interessati è comunque un ottimo punto di partenza. “Penso che il problema della mancanza di stimoli nel continuare a credere nella scuola e nello studio quotidiano sia da ricercarsi nelle politiche, che per anni, il nostro Paese ha attuato – dichiara Simona, studentessa di scuola superiore -. Lo studente non si sente tutelato: sa che un eventuale percorso di studi è probabile che non lo porti a un’occupazione sicura a livello lavorativo”.

Diversa, almeno secondo la prospettiva di alcuni giovani, il pensiero di chi ha deciso di affrontare un percorso di studi, spesso lungo e complesso, come quello universitario: “Lo studente universitario, anche se un po’ demotivato da ciò che sente e da quel che vive pensando al domani, riesce comunque a superare, come nel mio caso, la ‘voglia di non studiare’. All’università – afferma Gianluca, studente della facoltà di Giurisprudenza – ci si responsabilizza maggiormente e si ha già una determinatezza e una voglia di intraprendere un percorso lavorativo molto diversa da quella scolastica”.

Molti studenti, però, dopo essersi diplomati, scelgono una strada diversa da quella dello studio. Si cerca un lavoro, che difficilmente è subito appagante e che spesso porta a guadagnare poco, troppo poco. E questo è quello che ci ha raccontato Daniele, diplomato l’anno scorso al liceo linguistico.

“Sentivo la necessità di allontanarmi dal mondo dello studio. Forse sono stato attratto dalla libertà – afferma senza mezzi termini Daniele – e da un piccolo lavoro che mi permette di guadagnare quel tanto che mi basta per passare il sabato sera con gli amici o con la mia ragazza. La scuola, secondo me, incentiva poco a proseguire negli studi e io credo di esserne un esempio lampante”.

Studio dopo la scuola, sì o no? La scelta, come abbiamo avuto modo di vedere, è sempre molto personale. Ma di una cosa possiamo essere certi: l’università e la scuola, in particolare, sono i luoghi in cui si forma il cittadino e il lavoratore del futuro, che dovrà vivere all’interno della società.

“L’apprendimento è un tesoro che seguirà il suo proprietario ovunque“.

Fonte immagine: repubblica.it