Mobilità straordinaria 2016/2017. Gilda: “Contratto assurdo!”

Mobilità straordinaria 2016/2017. Gilda: “Contratto assurdo!”

CATANIA –Mi sono ritrovata a passare da Milano alla Basilicata, e sono campana…“.

Trovarsi da una parte all’altra dell’Italia per insegnare è la diretta conseguenza della mobilità straordinaria 2016/2017. E, sicuramente, non è facile capire i meccanismi che hanno portato a questa grande confusione. 

E, allora, cerchiamo di fare ordine: sei un docente di fase B, assunto cioè entro il 2015, e vieni scavalcato da un docente di quella C, dal 2015 in poi. Dovresti avere la precedenza, ma non è così. Cos’è successo?

“Il problema – spiega una docente – è che le assegnazioni delle cattedre riguardano la singola fase e non tengono conto esclusivamente del punteggio. Nella fase B, infatti, entrano in gioco diversi elementi. Tanto per cominciare i docenti della fase B sono stati assunti nel 2015. Il problema è che la legge 107, ‘Buona Scuola’. è entrata in vigore il 13 luglio 2015 e quindi non c’è stato il tempo materiale per organizzarsi”.

Firmato da quattro sindacati su cinque, esclusa l’associazione degli insegnanti Gilda, il contratto sulla mobilità è, stando alle parole di Giorgio La Placa, vicesegretario della sigla non firmataria, “illegittimo“, basato su un algoritmo “impensabile e infattibile“.  

L’algoritmo, difatti, in teoria, prevedeva che “dentro ogni fase e sottofase di cui la mobilità è costituita, bisognasse accedere in relazione alle preferenze, ai punteggi e alle precedenze, ma in realtà non è stato così“.

Il procedimento matematico ha difatti funzionato seguendo dei criteri, a quanto pare, aleatori. “Se un docente sbaglia il primo ambito di preferenza finisce in coda a tutti gli altri indipendentemente dalla fase di appartenenza“.

Baciati dalle dea bendata o complici di un sistema non del tutto limpido? Non è dato sapere. La segreteria nazionale Gilda ha anche chiesto il documento che mostrasse i criteri usati dall’algoritmo, ma l’accesso gli è stato stranamente negato.

Cosa accadrà ora?

Centinaia di docenti si troveranno non solo a chilometri di distanza dalla propria terra e dai propri affetti, ma dovranno anche fare i conti con il doppio delle spese da sostenere.

Come è stato più volte ripetuto da molti insegnanti costretti al grande “esodo”, si troveranno degli escamotage, quindi aspettative, congedi e quant’altro.

Non si tratta di capricci. È importante sottolineare che le aspettative e i congedi non sono retribuiti, salvo che si tratti di casi con 104 e consimili. Uno stipendio medio di un professore si aggira intorno ai 1300 euro al mese per 18 ore settimanali, che in realtà, se consideriamo le attività funzionali all’insegnamento, diventano 80. È una miseria“.

Tenuto conto dello sdoppiamento di vita di un insegnante che ha sulle spalle la propria vita e quella della famiglia a km di distanza, è a tutti evidente la scarsa fattibilità dello spostamento e il necessario ricorso a strategie alternative.

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Questo aprirà le porte a centinaia di supplenti, molti dei quali continuano in questi giorni a ricevere nomine per ricoprire i posti vacanti o in sostituzione dei docenti assenti per svariati motivi.

La “supplentite” ha i giorni contati? Stando all’inizio del nuovo anno, tutto sembra fuorché una fine.

Omar Qasem – Daniela Torrisi