CATANIA – Il caso STM sarà discusso al ministero del Made in Italy, in virtù della convocazione prevista il prossimo 3 aprile alle ore 12. L’incontro sarà presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.
La convocazione è arrivata ai sindacati che si dicono soddisfatti per il risultato raggiunto.
STM convocata al Ministero: le dichiarazioni
Il coordinatore nazionale Fismic, Saro Pappalardo, ha rilasciato delle dichiarazioni in merito alla recente convocazione al ministero: “Era l’obiettivo dei tantissimi lavoratori e lavoratrici che il 18 Marzo hanno manifestato davanti Palazzo d’Orleans, sede della Regione Siciliana per chiedere proprio l’impegno di un tavolo romano. Ci sono voluti mesi e mesi di pressioni ma finalmente i lavoratori sono riusciti ad ottenere un passo in avanti in questa delicata vertenza di tutto il territorio.
Adesso vogliamo conoscere il piano industriale di STM. Andiamo con la consapevolezza che la situazione è complessa, ma ribadiamo che è inaccettabile continuare a parlare di ridimensionamento. Sarà necessaria tutta la nostra determinazione e capacità, vogliamo un fronte comune con le Istituzioni che ci porti ad avere garanzie sul piano produttivo e tecnologico e garanzie sul piano occupazionale di questa importantissima realtà produttiva del nostro paese”.
De Caudo (Cgil Catania): “Il governo apra gli occhi, servono certezze per il futuro”
Dopo settimane di mobilitazione, la convocazione al Ministero per il 3 aprile è una prima risposta alla richiesta di un tavolo nazionale su STM. Un risultato importante, che porta la firma dell’unità sindacale e della straordinaria partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici.
Per Carmelo De Caudo, segretario generale della Cgil di Catania, si tratta di un passaggio decisivo, ma non ancora sufficiente: “Abbiamo detto sin dall’inizio che il futuro di ST non si può decidere a pezzi. Serve un piano industriale chiaro, che garantisca occupazione, sviluppo e stabilità. Il governo apra gli occhi e metta in campo scelte coraggiose, perché senza certezze il rischio è quello di mettere in discussione anni di lavoro e investimenti. La manifestazione a Palermo ha dimostrato che i lavoratori non staranno a guardare mentre si gioca con il loro futuro. Quando il sindacato si fa strumento di lotta i risultati arrivano. Ma la partita è ancora aperta: vogliamo risposte e continueremo a pretenderle”.
Adorno (M5S): “Soddisfazione per il tavolo interministeriale, ma stop alla cassa integrazione e garanzie sugli investimenti”
“Accolgo con grande soddisfazione la convocazione del tavolo interministeriale con Mimit e Mef a Roma, previsto per il 3 aprile, che vedrà la partecipazione delle sigle sindacali rappresentanti i lavoratori dello stabilimento STMicroelectronics di Catania.
Si tratta di un traguardo importante, frutto di un’azione politica e sindacale determinata, che ha portato all’attenzione nazionale le criticità di un’azienda strategica per la Sicilia. Adesso servono risposte concrete: la cassa integrazione per i 2.500 lavoratori coinvolti deve essere revocata e devono essere garantiti tutti i posti di lavoro, senza compromessi sugli investimenti già programmati”.
Lo ha dichiarato la deputata del Movimento 5 Stelle all’Ars, Lidia Adorno, che sin dall’inizio ha sollevato la questione dello stabilimento STM di Catania, risultando la prima parlamentare dell’Assemblea Regionale Siciliana a portare il tema all’attenzione istituzionale attraverso un’interrogazione, un’audizione in Commissione Attività Produttive e un intervento in aula a Palermo.
“Questa convocazione è un segnale positivo, ma la battaglia non è ancora vinta – ha aggiunto Adorno –. STMicroelectronics è destinataria di miliardi di euro in fondi pubblici per il potenziamento dello stabilimento catanese e deve fornire garanzie certe sulla loro effettiva destinazione e sul mantenimento dell’occupazione. I lavoratori non possono subire le conseguenze di decisioni aziendali poco trasparenti”.

Lidia Adorno con i lavoratori STM di Catania in protesta a Palermo