CATANIA – Alla prime ore del mattino di oggi, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato ha dato esecuzione a ordinanza di misura cautelare personale, emessa in data 15 ottobre 2018 dal gip del Tribunale di Catania, nei confronti di 4 persone arrestando:
- Mirko Pompeo Casesa, 35 anni, pregiudicato, sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza;
- Salvatore Mazzaglia, 61 anni, detto “Nino calcagno”, pregiudicato, già detenuto per altra causa;
- Aldo Pappalardo, 30 anni, pregiudicato, per il quale il gip. ha disposto gli arresti domiciliari;
- Angelina Puglisi, 52 anni, per la quale il gip ha disposto gli arresti domiciliari;
ritenuti responsabili, in concorso tra loro, del delitto di estorsione, con l’aggravante di avere commesso il fatto facendo parte Casesa e Mazzaglia dell’associazione mafiosa denominata Cosa nostra catanese clan Santapaola – Ercolano e per avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà tipiche di un’associazione mafiosa e con la finalità di agevolarla.
Il provvedimento restrittivo riassume gli esiti di attività di indagine, delegata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania alla squadra mobile – sezione reati contro il patrimonio – “squadra antiracket” a seguito delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Salvatore Bonanno, già appartenente all’organizzazione mafiosa Santapaola – Ercolano, in ordine a condotte estorsive poste in essere da partecipi della frangia di Mascalucia dell’associazione mafiosa ai danni del titolare di una officina meccanica a Nicolosi.
Le indagini condotte dalla squadra mobile – sezione reati contro il patrimonio – “squadra antiracket” hanno permesso di accertare che esponenti del gruppo di Mascalucia della cosca
mafiosa Santapaola – Ercolano hanno costretto la vittima, dal dicembre 2008 sino al 2016, con minaccia consistita nel far valere la loro appartenenza all’associazione mafiosa, a pagare, in occasione delle festività natalizie, la somma annuale di 500 euro, talvolta suddivisa in due tranche, a titolo di “messa a posto” .
I soggetti che nel corso degli anni si sono avvicendati nella riscossione del pizzo sono stati individuati in Mirko Pompeo Casesa e Angelina Puglisi (moglie di Salvatore Mazzaglia); la originaria richiesta estorsiva era stata fatta da Aldo Pappalardo mentre i proventi dell’estorsione venivano destinati al mantenimento in carcere di Salvatore Mazzaglia.
Dopo le formalità di rito, Casesa è stato associato nella casa circondariale di Catania – Bicocca, mentre Aldo Pappalardo e Angelina Puglisi sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.