Omicidio Enzo Valenti, arrestato il presunto killer. I dettagli di quella notte

Omicidio Enzo Valenti, arrestato il presunto killer. I dettagli di quella notte

CATANIA – Era la notte tra il 19 e il 20 dicembre scorso, quando, poco dopo l’una, Vincenzo Valenti, conosciuto da tutti come Enzo, viene ucciso in un agguato.

Due spari fatali colpiscono il giovane prima al braccio e poi all’addome. Due i proiettili che gli sono letali. Inutile la corsa all’ospedale Vittorio Emanuele di via Plebiscito: per Enzo non c’è stato niente da fare. Nonostante i soccorsi, nonostante l’aiuto in strada da parti di alcuni passanti che avevano avvistato la vittima in una pozza di sangue, i medici – subito dopo il ricovero – ne hanno potuto constatare soltanto il decesso.

Da subito, gli agenti della Squadra Mobile di Catania, si sono messi a lavoro setacciando e acquisendo le immagini delle telecamere a circuito chiuso presenti tra piazza Palestro e via Palermo: lì, dove il rumore di quegli spari, risuona ancora. Lì, dove la gente, a distanza di un mese, non si dà ancora pace per la morte di quel giovane.

Diverse le piste seguite dagli inquirenti, dalla criminalità organizzata – a causa del padre già arrestato in una scorsa operazione antidroga – alla pista della “punizione”. E, a quanto pare, la seconda “strada” sembra sia stata quella più “azzeccata”. Enzo sembrerebbe sia stato ucciso perché “punito” da un giovane, poco più piccolo di lui, che avrebbe voluto far capire – con i suoi modi – che aveva “sbagliato”. Ma per cosa, Enzo, avrebbe dovuto pagare? Per cosa, Enzo, sarebbe stato ucciso? E soprattutto, quanto valeva – per il suo killer – la vita di un coetaneo?

Facciamo un passo indietro e torniamo a quella notte, anzi, ad alcune ore dopo la tragedia. Gli investigatori concentrano sin da subito l’attenzione su un ragazzo della zona: stiamo parlando di Danilo Guzzetta, 18enne. Tutto ha inizio da una serie di indizi grazie ai quali gli agenti scoprono che tra Danilo ed Enzo c’era stata una lite: una futile lite per motivi banali, quelli che si fanno tra ventenni, quelli che non dovrebbero mai finire nel sangue.

Danilo Guzzetta, 18 anni. 

Dai tabulati telefonici salta fuori che Danilo, la notte dell’omicidio, era stato nel luogo della tragedia. Da lì scatta subito una perquisizione a casa del 18enne ma niente salta fuori. Così, inizia il giro di interrogatori ed è proprio da questo che una stessa voce si diffonde nella Questura: Danilo avrebbe avuto una relazione sentimentale con l’ex fidanzata di Enzo. 

Gli agenti continuano allora ad insistere e a pressare Danilo che, alcune ore dopo, esattamente il 22 dicembre, si costituisce e confessa quanto accaduto. Una svolta, rimasta “coperta” fino ad oggi. Il presunto killer, con tanto di avvocato, avrebbe raccontato che tra lui e Enzo Valenti ci sarebbe stata una discussione. Da lì l’appuntamento al Fortino per discutere meglio della questione. A quell’incontro, Danilo Guzzetta, si presenta armato: la discussione degenera, il 18enne estrae la sua pistola, e spara. Preme il grilletto senza pensarci due volte. Due colpi di pistola e via. Danilo scappa e per alcuni giorni si nasconde e fa perdere le proprie tacce.

Alcune ore fa, la notizia: il Pm Fabrizio Aliotta ha emanato il fermo, convalidato dal Gip Santino Mirabella, per Danilo Guzzetta, accusato di omicidio volontario. L’aggravante è di aver commesso il fatto per motivi futili. Con aggiunta di detenzione e porto illegale di arma da fuoco. Il 18enne è stato rinchiuso nel carcere di piazza Lanza.