ODA nel caos. Parla un genitore: “Danno non solo per i lavoratori ma anche per i ragazzi”

ODA nel caos. Parla un genitore: “Danno non solo per i lavoratori ma anche per i ragazzi”

CATANIA – Qualche mese fa i lavoratori dell’Opera Diocesana Assistenza (ODA) avevano protestato davanti alla prefettura per il mancato pagamento degli stipendi e per la mancanza di chiarezza nella governance dell’ente in un momento di grave crisi debitoria.

Circostanza, quest’ultima che ha aggravato un sistema che – secondo quanto riferito da diversi utenti – sarebbe caratterizzato da alcune anomalie nell’erogazione dei servizi di assistenza da parte dell’ente; assistenza riservata a ragazzi con gravi disabilità motorie, con patologie psichiatriche o con handicap.

“Al di là di quella lotta sindacale che continua da anni, con dei posti di lavoro da salvare, vi sono dall’altro lato famiglie bisognose di cui non si parla che non possono fare a meno di certi servizi” commenta il genitore di uno dei ragazzi.

“Un problema – aggiunge – che si fa ancora più grave se si pensa a quelle famiglie che hanno più di un loro caro che non può fare a meno di usufruire di prestazioni particolari e altamente costose”.

In questi anni, infatti, Maria (nome di fantasia) ha seguito da vicino tutte le vicende dell’ente che ospita suo figlio e ha sempre lottato per migliorarne diversi aspetti: ”Non mi va che si pensi a un parcheggio per ragazzi con gravi problemi di salute. Fin dalla sua fondazione l’ODA è stata una ricchezza per la città e oggi è frequentata da centinaia di ragazzi come mio figlio”.

Un’istituzione che a causa dei debiti accumulati negli anni deve ora affrontare gravi problemi e una riduzione dei servizi. Un fantasma contro cui nei prossimi mesi si dovrà lottare.

Negli anni non sono mancati i problemi di cui lamentarsi: ”Gli autobus sono costretti a fare il giro della città per venire a prendere i ragazzi. I primi che salgono partono alle sette e arrivano solo dopo un paio d’ore perché costretti ad aspettare che si vada a prendere tutti e che finisca la corsa. Immaginatevi poi la corsa al bagno. Bisognerebbe riorganizzare il servizio”.

Queste e molte altre “pecche” che però non cancellano quanto di buono l’ente fa e continua a fare per i bisognosi. Un’attenzione da cui non si deve spostare lo sguardo, malgrado i lavoratori abbiano ricevuto regolarmente le mensilità di giugno.

Simone Caffi