I “favori” alla mafia catanese per entrare in politica

I “favori” alla mafia catanese per entrare in politica

CATANIA – Ci sono anche gli affari criminali della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano e dei gruppi collegati, tra cui il clan del Castello Ursino e quello di Ramacca, al centro dell’operazione odierna denominata “Mercurio. Le indagini costituiscono una prosecuzione dell’operazione “Agorà del 2022. Fatta luce anche sui legami tra questi gruppi e alcune figure politiche locali, che avrebbero collaborato con l’organizzazione mafiosa per favorire i propri interessi.

I “favori” della politica alla mafia catanese

In particolare, tra gli arrestati figurano importanti personalità politiche, come Matteo Marchese, consigliere comunale di Misterbianco, e Giuseppe Castiglione, deputato regionale. Entrambi sono accusati di aver ricevuto supporto elettorale da parte del clan in cambio di favori legati agli appalti pubblici e ad altri interessi economici.

L’inchiesta ha anche rivelato la capacità del sodalizio mafioso di infiltrarsi nelle istituzioni locali, condizionando l’esito delle elezioni amministrative nei Comuni di Misterbianco e Ramacca. Durante le elezioni amministrative del 2021 a Misterbianco, Marchese, candidato della lista “Sicilia Futura”, avrebbe ottenuto il supporto elettorale della famiglia mafiosa in cambio di promesse di favori economici per il clan. In particolare nel settore dei lavori pubblici.

Analogamente, per le elezioni regionali del 2022, Giuseppe Castiglione, candidato della lista “Popolari ed Autonomisti”, avrebbe accettato il sostegno elettorale dei Santapaola-Ercolano. In cambio avrebbe promesso di soddisfare gli interessi del clan, tra cui l’affidamento di lavori pubblici e servizi. Tra questi la gestione del Cimitero di Catania.

Il coinvolgimento del Comune di Ramacca

Oltre ai soggetti politici, l’indagine ha identificato altri membri del sodalizio mafioso, tra cui Vincenzo Rizzo, legato al gruppo mafioso di Ramacca, e altri affiliati che si sono occupati della gestione del territorio e degli interessi economici del clan. Gli affiliati avrebbero anche influenzato le elezioni amministrative del 2021 a Ramacca, dove i candidati a sindaco Nunzio Vitale e a consigliere Salvatore Fornaro, entrambi della lista “Ramacca costruiamo una bella storia”, sono risultati eletti in cambio di favori legati agli appalti pubblici.

L’operazione ha quindi messo in luce l’ampio raggio d’azione di questi sodalizi mafiosi, la loro capacità di infiltrarsi nelle istituzioni e di manipolare il sistema politico ed economico per i propri interessi. La Procura Distrettuale, grazie alle indagini condotte, ha raccolto gravi indizi di colpevolezza e ha proceduto con il sequestro dei beni e con le misure cautelari nei confronti dei coinvolti.

L’inchiesta continua a evolversi, con l’intento di contrastare e smantellare la rete di connivenze tra la criminalità organizzata e la politica locale, per restituire legalità e trasparenza al territorio.

Le misure cautelari

Ad emettere le ordinanze di custodia cautelare in carcere – 19 per l’esattezza – su delega della Procura Distrettuale, sono stati i Carabinieri del ROS. L’operazione ha visto l’intervento di oltre 100 militari e si è sviluppata nei territori delle province di Catania (in particolare a Catania, Ramacca e Palagonia) e di Bologna.

I 19 arrestati sono accusati di 15 diversi capi d’imputazione, tra cui associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso, estorsione e trasferimento fraudolento di valori. Contestualmente, è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo che riguarda due società operanti nel settore delle onoranze funebri.

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