“L’ho vista urlare con la figlia in braccio piena di sangue”: il racconto della tragedia in via Crispi

“L’ho vista urlare con la figlia in braccio piena di sangue”: il racconto della tragedia in via Crispi

CATANIA – Un boato mai sentito prima, il rumore del palazzo crollato, dei vetri che si infrangono e delle macerie che cadono su se stesse. Poi il silenzio tombale, interrotto, solo dopo lunghissimi istanti, dalle urla disperate di una donna: la madre della piccola Malika, la bimba di 10 mesi che proprio ieri si è risvegliata dopo aver lottato tra la vita e la morte a causa di un edema cerebrale riportato dopo l’esplosione nel palazzo in via Francesco Crispi al numero 111.

Stiamo parlando della recente deflagrazione accaduta nella notte tra il 25 ed il 26 febbraio a Catania. Una tragedia che ha scosso l’intera città. Ancora di più, però, i residenti della zona che hanno assistito da vicino allo sconcertante evento.

Antonio Vassallo, un giovane la cui casa si trova molto vicino alla palazzina esplosa, ad angolo con la via D’Amico, ci ha raccontato come, dopo una normale riunione tra amici a casa sua, ha sentito improvvisamente il boato e le urla, poco dopo che la riunione era terminata.

“Ero a casa mia con amici e alle 2,15 si sente quest’esplosione, proprio quando erano appena andati via. Sentiamo urlare per strada e con un amico mio scendiamo sotto. Vediamo la madre che piange vicino alle macerie con la bambina in braccio, un buco nel palazzo e le altre persone ferite. La bambina sembrava morta e aveva un po’ di sangue nel naso. Così sono arrivate la pattuglia dei carabinieri, l’ambulanza e i vigili del fuoco”.

[wpvp_embed type=youtube video_code=iqJ33ouWqCE width=670 height=377]

Continua Vassallo:

“La madre e la bambina sono state accompagnate subito al Garibaldi nuovo. In seguito è stata chiusa la strada e dalle macerie prima è stato estratto il corpo della signora senza vita e poi del signore sessantenne che è rimasto ustionato. Qualcosa di davvero straziante. Sono rimasto un po’ e poi sono risalito a casa, ma non sono riuscito a prendere sonno e chiudere occhio perché ero troppo scosso. Poco prima ero sul balcone che parlavo, fumavo, ridevo e scherzavo con i miei amici e potevamo farci male pure noi”.

Si è trattato di una vera e propria tragedia che ha causato non soltanto un edema cerebrale alla piccola neonata che adesso si trova ricoverata all’ospedale Garibaldi Nesima, ma anche di una tragedia in cui ha trovato la morte la signora Agata Strano, 85 anni, e altri quattro feriti. 

E mentre la Procura di Catania indaga riguardo all’ipotesi che la tragedia possa essere di origine dolosa e quindi ha iscritto nel registro degli indagati Arturo Russello, 60enne rimasto gravemente ferito nel crollo, c’è chi si chiede se questo tipo di tragedia sarebbe potuta essere evitata.