CATANIA – La sporcizia e alcuni cibi surgelati non segnati nel menù con l’apposita indicazione sono stati la causa che ha fatto scattare le sanzioni nei confronti dei titolari del Bar Castello di via Leucatia.
Un gesto che rischia di “essere diffamante”, soprattutto perché il locale è aperto da “35 ed è seguito da tantissimi clienti affezionati”. Parole dei titolari dell’attività, che hanno dato libero sfogo alla loro rabbia dopo aver letto la notizia su diversi giornali e, soprattutto, aver preso atto di numerosi commenti negativi sulle pagine social.
Così, si comincia con il riconoscere i propri errori: “noi ci assumiamo le nostre responsabilità per le cose realmente giuste, ma non per quelle che non lo sono e che appaiono in un articolo di giornale”.
Poi, quindi, si passa al contrattacco, cercando di far valere le proprie ragioni: “…volevo semplicemente raccontare la giornata dei controlli… hanno iniziato il loro intervento alle ore 9 di lunedì 24 ottobre e finito alle 13,30 chiedendo documenti a tutti (dipendenti e clienti) che nemmeno per arrestare il peggior malvivente…”.
Fin qui nulla di anomalo, ma poi, a detta dei titolari, si è cercato il famoso “pelo nell’uovo”: “…con tutte le licenze e le carte in regola (forse come nessuno o quasi a Catania) non trovando dove attaccarsi, lo hanno fatto SULLA PULIZIA, dove viene prodotto cibo OK ma appunto per questo in un locale aperto 24h su 24h, non ci si può aspettare la pulizia di casa propria, sfido chiunque a cucinare senza sporcare…”.
I controlli, come si legge alla fine del post sul social Facebook, sembrerebbero essere dunque troppo duri, rischiando di fa scomparire “Bar, Ristoranti, Panifici, Pizzerie, Pub e locali vari di ristorazione…”, mentre il resto della città continuerà ad essere in mano ai cinesi, che “continuano a lavorare (tra l’altro anche con il cibo)”.
Adesso la parola passa agli avvocati.