A Catania sciopero a suon di tamburi. “Renzi faccia un passo indietro”

A Catania sciopero a suon di tamburi. “Renzi faccia un passo indietro”

CATANIA – Una marcia, pacifica, democratica, scandita dai suoni dei tamburi. Anche il popolo catanese stamattina è sceso in piazza per dire no al Jobs act e alla politica economica del Governo Renzi. E’ il giorno dello sciopero generale proclamato da Cgil e Uil. Cinquemila i manifestanti, secondo i numeri degli organizzatori, che hanno sfilato lungo via Etnea con striscioni e bandiere. Lavoratori, studenti. Ma anche pensionati e migranti. L’appello è corale. “Più diritti, lavoro e dignità”. In testa al corteo, partito da piazza Roma, Giacomo Rota, segretario della Cgil insieme a Fortunato Parisi, segretario della Uil.

Un grande successo – ha detto Rotacon questa manifestazione riportiamo al centro i temi del lavoro e dello sviluppo. Chiediamo al Governo sia regionale che nazionale di guardare ai veri bisogni dei lavoratori. Le riforme messi in campo da Renzi sono inique. Il premier deve fare un passo indietro sul jobs act”.

Il Presidente del Consiglio durante la sua visita in città – ricorda invece Parisiha evitato di incontrare cassintegrati e disoccupati, non s’è degnato di entrare in una delle tante aziende in difficoltà. Lui preferisce non guardare. Ma non si risolvono cosi i problemi. Non si risolvono tagliando la spesa sociale o con la Jobs act”.

sciopero 1

Catania come “una frontiera della crisi” alle prese con un esercito di disoccupati e imprese che chiudono i battenti. In strada si intrecciano i racconti di chi ha perso il lavoro e non riesce ad arrivare a fine mese. I giovani, anche loro oggi presenti al corteo, per chiedere al premier Renzi di “non distruggere il loro futuro”. A prendere parte a questa giornata di mobilitazione anche alcuni comitati cittadini, Catania Bene Comune, Rifondazione Comunista.

sciopero 2

E poi gli operai delle Acciaierie Sicilia, i ricercatori della Myrmex in cassa integrazione a zero ore da febbraio. E poi i lavoratori della Micron, quelli della formazione professionale e gli operatori dei call center. Presenti anche i soci della Coop Cesame, reduci dall’ennesima protesta e in attesa di ritornare a lavorare. Ieri all’incontro che si è tenuto a Palermo “è stato abbattuto per metà – ha dichiarato Giuseppe D’Aquila della Filctem Cgil – il muro di burocrazia che da mesi attanagliava la rinascita della storica fabbrica di sanitari. Martedì l’assessore regionale alle attività produttive convocherà la cooperativa Cesame e ciò segnerà l’avvio della fase negoziale. Nel giro di dieci giorni sarà chiusa l’istruttoria che darà il via ai decreti di finanziamento per il rilancio dell’azienda. Azienda che rappresenta un’occasione di sviluppo non solo per questi lavoratori ma per tutta la città”.

sciopero 4

Il corteo ha proseguito fino a piazza Manganelli. Qui sul palco a parlare ai lavoratori i segretari Rota e Parisi.

sciopero 5

A chiudere i lavori Giovanni Torluccio, segretario nazionale Uil Fpl. “Catania ha risposto in maniera eccezionale alla manifestazione di Cgil e Uil – ha detto Torluccio – questa è la dimostrazione che c’è voglia di rivalsa. La gente non è rassegnata, anzi ha deciso di reagire, e la reazione è questa giornata di sciopero”.