Caso Speziale, l’Avv. Lipera è un fiume in piena: “Revisione del processo dopo anni di silenzi. Ho un sogno”

Caso Speziale, l’Avv. Lipera è un fiume in piena: “Revisione del processo dopo anni di silenzi. Ho un sogno”

CATANIA –Antonino Speziale deve essere scarcerato“, non usa mezzi termini il suo avvocato, Giuseppe Lipera, nel corso di una diretta Facebook in cui il legale è stato un fiume in piena in merito alla possibile riapertura del processo dopo l’inchiesta de Le Iene in merito ai dubbi (e che dubbi!) sulle indagini che hanno portato alla condanna definitiva di Speziale per l’omicidio dell’ispettore capo della polizia, Filippo Raciti. Lipera, nel corso della diretta, ha fatto un quadro in merito alle ultime novità arrivate dopo i suddetti servizi del programma di Italia Uno, che hanno portato appresso anche testimonianze che erano state taciute negli anni e lati oscuri davvero agghiaccianti.

Tra circa due settimane, il 15 dicembre per la precisione, Antonino Speziale finirà di scontare la sua pena. L’avvocato ha raccontato dei suoi problemi di salute e di tutte le richieste di scarcerazione respinte o rimandate. Più volte infatti Lipera ha richiesto la scarcerazione del suo assistito, appellandosi alle sue “cattive condizioni di salute” e la “grave obesità“. “Antonino sta male anche per via dell’ingiusta condanna subita. Ha problemi di obesità, apnee notturne e per questa ragione avevamo chiesto un anticipo della scarcerazione di tre mesi e chiesto i domiciliari. Ma l’udienza che si doveva tenere per decidere sulla nostra richiesta ha subìto continui rinvii e l’ultima data fissata è quella del 9 dicembre, cioè pochi giorni prima della data di fine pena“, ha commentato il legale durante la diretta.

So che la Procura di Catania ha chiesto di sentire La Vardera e questo mi fa pensare che la Procura stia facendo delle indagini per capire se quanto contenuto nei servizi giornalisti sia vero o meno“, dichiara fiducioso Lipera. Da ricordare che nei servizi andati in onda, la iena siciliana ha sentito due testimoni, i quali hanno dichiarato di avere assistito – direttamente e indirettamente – a confidenze in merito a quella tragica notte nella quale perse la vita Raciti. Stando a queste testimonianze, un poliziotto e lo stesso padre di Raciti avrebbero confidato che la morte dell’ispettore sarebbe stata causata non da Speziale (e dal famoso coprilavello incriminato), non da una bomba carta, ma da una manovra errata di un collega a bordo di un Discovery.

Io ho un altro sogno – conclude -. Apprezzo che Zuccaro, procuratore capo del Tribunale dei Minori, sta indagando e non potrà non riscontrare ciò che è stato scoperto da Le Iene. Il mio sogno è che non sia io a presentare istanza di revisione ma che sia la Procura di Catania a presentare richiesta di revisione alla Procura di Messina“.

Immagine di repertorio