Acireale, novità sul caso Torre: assolti gli agenti Paratore e Brischetto. Lipera: “Presentata richiesta”

Acireale, novità sul caso Torre: assolti gli agenti Paratore e Brischetto. Lipera: “Presentata richiesta”

CATANIA – Procede il caso dell’ingiusta accusa di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate, che ha coinvolto il titolare di un bar ad Acireale il 18 febbraio 2012, durante i festeggiamenti per il carnevale.

Per spiegare al meglio il caso e i nuovi aggiornamenti che ci sono, è intervenuto ai microfoni di NewSicilia il legale della parte lesa, Giuseppe Lipera.

Il caso

Tutto ha inizio nel lontano 2012 quando, il 18 febbraio, è esploso un accesissimo diverbio all’interno del bar di proprietà di Paolo Rino Torre. Causa della lite è stato un errore della cassiera in turno, che per sbaglio avrebbe battuto il prezzo di un articolo per 20 centesimi in più. “Vittima” dell’aumento del prezzo è stato Rosario Rapisarda, allora Agente Scelto della Polizia di Stato, in servizio presso la Sottosezione della Polizia Stradale di Courmayer, che allora – come afferma Lipera – “inscenava una assurda ed inspiegabile pantomima, pretendendo chissà quale spiegazione dai gestori del locale, contattando persino la Guardia di Finanza per denunciare chissà quale illecito e spingendosi a contattare dei colleghi della stazione di Acireale riferendo di essere stato oltraggiato, minacciato e persino fisicamente aggredito da Torre”.

Continua: “Sebbene Torre fosse stato ingiustamente e falsamente accusato dall’Agente, i colleghi poliziotti di Acireale decidevano, senza se e senza ma, di trascinarlo via dal suo locale e di condurlo presso il Commissariato di Acireale, dove veniva trattenuto per più di un’ora, fino a quando due agenti spazientiti decidevano di picchiarlo brutalmente con pugni e calci, successivamente identificati negli agenti Giovanni Brischetto e Aurelio Paratore“.

La sentenza

Il Tribunale di Catania, in composizione monocratica (Giudice Dott.ssa Anna Maria Cristaldi) con sentenza del 30 maggio 2018, ha riconosciuto Rosario Rapisarda colpevole del reato di calunnia e falso ideologico e lo ha condannato alla pena di 2 anni e 6 mesi di reclusione, oltre il risarcimento dei danni a favore di Paolo Rino Torre, il quale, al contrario, unitamente alla moglie, è stato assolto dai reati a lui ascritti “perché il fatto non sussiste”.

Diversamente, il Giudice ha assolto Aurelio Paratore e Giovanni Brischetto poiché, malgrado i numerosi elementi positivi, riteneva non raggiunta la prova della loro responsabilità per le lesioni riportate da Torre quella notte.

“La Procura Generale della Repubblica di Catania ha proposto appello limitatamente alle assoluzioni emesse nei confronti dei predetti due agenti della Polizia di Stato, rilevando i vizi motivazionali in cui era incorso il Giudice di prime cure, nella parte in cui sviliva ingiustificatamente gli elementi di prova acquisiti a dibattimento ed ometteva di valutare gran parte di essi, dai quali si evinceva in modo lineare e trasparente la colpevolezza dei due agenti”, commenta Lipera.

Oggi

In data 12 febbraio 2021 si è tenuta la prima udienza per la trattazione del sopra indicato gravame (oltre che dell’appello di parte civile e di quelli degli imputati) dinanzi la Corte di Appello di Catania, Seconda Sezione Penale, ed in tale occasione è accaduto “qualcosa di inaspettato ed incomprensibile”.

Spiega il legale: “Sebbene la trattazione della causa dovesse essere rinviata a causa della mancata notifica del decreto di citazione al Ministero degli Interni, quale responsabile civile, Torre ed il suo difensore hanno appreso dal Sostituto Procuratore Generale presente all’udienza, Dott.ssa Iole Boscarino, che la stessa avrebbe rinunciato al gravame all’udienza successiva (del 25/5/2021)”.

La richiesta (visibile cliccando qui), dunque, è che la Procura Generale di Catania insista nel gravame presentato avverso la sentenza n. 2908/18 emessa dal Tribunale di Catania, Terza Sezione Penale, nell’ambito del procedimento n. 2883/14 R.G.Trib., nella parte in cui assolve Giovanni Brischetto e Aurelio Paratore.

Immagine di repertorio