GIARRE – Un carabiniere in servizio a Giarre, nel Catanese, avrebbe deciso di avviare un’azione legale contro la casa farmaceutica AstraZeneca attraverso l’associazione GiustiTalia. Il sottoufficiale dell’Arma, infatti, dopo essere stato sottoposto al vaccino all’interno dell’ospedale Sant’Isidoro di Giarre avrebbe accusato forti dolori agli arti inferiori, tradotti poi a seguito di analisi in una trombosi completa a carico di entrambe le arterie poplitee.
La fiala iniettata al carabiniere – la somministrazione sarebbe avvenuta a febbraio -, inoltre, farebbe parte del famigerato lotto ABV2856, ritirato dall’Aifa dopo quanto accaduto a Stefano Paternò e Davide Villa, entrambi morti dopo l’inoculazione. Da precisare che non è stata trovata alcuna correlazione tra il vaccino e le morti, ma si tratta di tanti casi sospetti.
Sospetti che avrebbero portato il militare, con l’appoggio dell’associazione GiustiTalia, a presentare una querela contro AstraZeneca Italia con l’accusa di lesioni colpose gravi. L’agonia del carabiniere sarebbe iniziata appena 10 giorni dopo la somministrazione, quando avrebbe avvertito il primo malore ai piedi con prurito. Neanche l’antinfiammatorio consigliatogli dal medico avrebbe funzionato e, anche a causa di altri dolori sparsi agli arti inferiori, il militare si sarebbe sottoposto ad alcune analisi. I risultati preoccupanti delle stesse avrebbero portato l’uomo a recarsi al Pronto Soccorso dell’ospedale di Taormina, dove gli sarebbe stata riscontrata la trombosi.
Da qui sarebbe avvenuto il ricovero d’urgenza nel reparto di Chirurgia Vascolare dell’ospedale Garibaldi Nesima. L’intervento necessario per rimuovere il coagulo di sangue sarebbe stato rinviato a causa, sembrerebbe, delle arterie infiammate. Il carabiniere, in attesa di essere operato, sarebbe stato messo in convalescenza fino al 6 aprile 2021 e dovrebbe continuare a sottoporsi a cure con anticoagulanti.
Al momento, lo ripetiamo, non vi sono prove scientifiche della correlazione tra il vaccino e la trombosi, ma sembrerebbe che l’uomo godesse di ottima salute prima di quanto accaduto. Inoltre, sarebbe preoccupato per il suo futuro come militare dell’Arma. Intanto, i suoi colleghi dei Nas avrebbero sequestrato le dosi rimaste del lotto incriminato all’ospedale Sant’Isidoro.
Immagine di repertorio
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