Pullara, Candela e Damiani. I “pezzi da 90” della sanità siciliana travolti dallo scandalo: due arresti e un indagato

Pullara, Candela e Damiani. I “pezzi da 90” della sanità siciliana travolti dallo scandalo: due arresti e un indagato

PALERMO – Rammarico, stupore e rabbia. Sono queste le emozioni che emergono dopo lo scandalo che ha coinvolto la sanità siciliana, che ha portato all’arresto di 10 persone accusate a vario titolo di corruzione, atto contrario ai doveri di ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, rivelazione di segreto di ufficio e turbata libertà degli incanti.

Una rabbia che non riguarda “solo” il fatto che la Guardia di Finanza abbia scoperto un giro di mazzette per un valore di circa 600 milioni di euro in relazione a gare indette dalla Centrale Unica di Committenza della Regione Siciliana e dell’Asp 6 di Palermo, ma che nell’operazione siano stati coinvolti “pezzi da 90” della sanità siciliana.

Da Antonio Candela, coordinatore della struttura regionale per affrontare l’emergenza sanitaria in corso ed ex commissario straordinario e direttore generale dell’Asp di Palermo, passando per Fabio Damiani attuale direttore dell’Asp di Trapani. Due “arresti eccellenti” e anche un indagatocelebre” come Carmelo Pullara, deputato regionale di Licata (Agrigento), del centrodestra, dei Popolari e autonomisti.

Quest’ultimo sarebbe accusato di turbativa d’asta perché avrebbe chiesto un favore per una ditta al direttore generale dell’Asp di Trapani Fabio Damiani, in cambio di un sostegno alla nomina di quest’ultimo ai vertici dell’ufficio sanitario. Non solo scambi di mazzette, dunque, ma anche scambi di favori sarebbero stati individuati e sarebbero sotto indagine delle Fiamme Gialle. Pullara, oltre a essere un deputato regionale, è anche vice presidente della Commissione Salute e Servizi Sociali e Sanitari dell’Ars e componente dell’Antimafia regionale.

Il vice presidente della Commissione Salute e Servizi Sociali e Sanitari dell’Ars si sarebbe dichiarato estraneo ai fatti, così come successe nel giugno del 2019, quando venne coinvolto per alcune intercettazioni sospette nell’operazione dei carabinieri che portò all’arresto del boss di Licata Angelo Occhipinti e alcuni suoi gregari.

Insomma, la sua situazione è ancora al vaglio dei finanzieri ed è sotto indagine. Intanto due “pezzi da 90” della sanità siciliana sono finiti in manette e questo, forse, è il rammarico più grande. Lo si evince anche dalle parole dell’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, incredulo soprattutto per l’arresto di Candela.