LAMPEDUSA – Due giorni fa il peschereccio italiano Anna Madre, con a bordo 11 persone, è stato inseguito da una motovedetta tunisina mentre si trovava in acque internazionali a circa 30-35 miglia Nord-Est località di Zarzis. Solo ora emergono i dettagli del fatto.
Il comandante italiano, Giacomo Giacalone, avrebbe persino raccontato che i militari tunisini, dopo avergli intimato di fermarsi, avevano aperto il fuoco sulla sua imbarcazione. A rilasciare la dichiarazione ufficiale è stato Giampiero Giacalone, uno degli armatori dell’imbarcazione di “Pesca Giovane Srl”, che al momento della vicenda si trovava sulla terraferma e ha ricevuto telefonicamente l’allarme da parte del nipote.
Insieme con l’Anna Madre c’era anche l’Aliseo, un altro peschereccio italiano. L’equipaggio ha raccontato che i militari tunisini hanno sparato più volte contro la nave, fortunatamente senza colpirla.
Giacalone ha pubblicato un video in cui viene ripresa tutta la scena, realizzato con un cellulare da un membro dell’equipaggio. Gli equipaggi hanno dovuto tagliare le reti abbandonandole in mare per fuggire in direzioni diverse e ”salvare” almeno uno dei due pescherecci. Intanto l’Aliseo dava l’allarme alla marina militare italiana che ha consentito all’Anna Madre di non essere abbordato.
L’Anna Madre è arrivato stamattina a Lampedusa ed è già ripartito per un’altra battuta di pesca.
Foto: ANSA