“Basta morti sul lavoro”: il tragico costo umano della negligenza e dell’omertà

“Basta morti sul lavoro”: il tragico costo umano della negligenza e dell’omertà

CATANIA –Quello che è successo all’interno della centrale Enel può ripetersi”, spiega Fabrizio Frixa durante l’Assemblea Pubblica tenutasi nella sede dell’Associazione comunistaOlga Benario” di Catania, nell’ambito dell’iniziativa “Basta morti sul lavoro“, mirata ad affrontare e denunciare le condizioni lavorative nel territorio italiano.

Le morti sul lavoro in un paese normale dovrebbero suscitare scandalo ma in Italia non succede. Le stragi sul lavoro sono state ‘metabolizzate’ dall’intera popolazione che non si stupisce più“, afferma Luca Cangemi dell’Associazione comunista sopracitata.

Basta morti sul lavoro

Abbassamento del valore sociale del lavoro

Ogni giorno, le pagine di cronaca dipingono un ritratto inquietante e dolorosamente familiare: la sicurezza sul lavoro rimane una sfida critica e irrisolta. Gli “incidenti” che si verificano nelle centrali elettriche, nei cantieri edili e sui binari ferroviari, obbligano a riconsiderare e rafforzare le misure di sicurezza, perché il costo umano della negligenza è insostenibile.

Tale situazione dipende da un abbassamento radicale delle tutele e del valore sociale del lavoro. È necessaria una denuncia e un intervento costante, non soltanto all’indomani delle tragedie“, spiega Luca Cangemi.

Vite interrotte e famiglie spezzate

Le statistiche non sono solo numeri; rappresentano storie di vite interrotte, famiglie spezzate e sogni mai realizzati. Come successo a Vincenzo Franchina di 36 anni, morto insieme ad altri colleghi mentre lavorava nella centrale elettrica Enel del Lago di Suviana. Si era sposato lo scorso anno e appena tre mesi fa era diventato padre di un bambino.

Vincenzo Franchina

In foto Vincenzo Franchina

Suviana è una delle tante centrali idroelettriche che abbiamo in Italia. Tali centrali sono le più vecchie sul territorio, poiché la prima produzione di energia elettrica è arrivata attraverso questo sistema di produzione. Sono tutte centrali che soffrono della loro antichità“, spiega Fabrizio Frixa, responsabile del settore elettrico Filctem-CGIL Catania.

I dati relativi al 2024

Anche la strada per il lavoro, che dovrebbe essere un percorso di speranze e aspettative, si trasforma troppo spesso in un tragico viaggio senza ritorno“, lo ricorda nel suo intervento Orazio Vasta, della Federazione del sociale-USB. “Attualmente nei primi mesi del 2024 si contano 305 morti per causa del lavoro in tutta Italia. Sono 234 i soggetti che hanno perso la vita nei luoghi di lavoro e gli altri 71 per strada. In Sicilia sono in totale 11 tra cui 5 in itinere“.

Morti sul lavoro

C’è un problema profondo che non è ricollegabile soltanto ai nostri tempi perché negli ultimi 20 anni circa si contano 25mila decessi sul luogo di lavoro. A morire principalmente è il proletariato. Esistono padroni e sfruttati, il problema non risiede soltanto nella politica ma anche nella rappresentanza. Dove sono i sindacati confederali? Che mezzi hanno i lavoratori per difendersi? Tutto ha una matrice: il potere patronale senza contrasto, che trova collaborazione nella politica e nei sindacati“, conclude Orazio Vasta.

I presenti all’Assemblea

Tra coloro presenti nel momento di confronto, anche Mario Pugliese, funzionario INAL-Segreteria PRC, il quale ha evidenziato come la problematica sia sottostimata. Ha enfatizzato che molti individui, inclusi coloro che subiscono infortuni sul luogo di lavoro, non denunciano ciò che accade. Questo silenzio contribuisce a nascondere l’entità del problema, facendo percepire solo la punta dell’iceberg.

È fondamentale un immediato riesame e potenziamento delle misure di sicurezza nei contesti lavorativi, poiché non possiamo più ignorare il prezzo umano insostenibile derivante dalla negligenza e dall’omertà.