Casa familiare ai figli e turni di abitazione ai genitori

Casa familiare ai figli e turni di abitazione ai genitori

Il titolo sembra stonare, forse può apparire quasi singolare se non addirittura surreale rispetto a quanto siamo abituati per sentito dire o perché lo abbiamo vissuto in prima persona, eppure l’assegnazione della dimora familiare ai figli e la conseguente turnazione dei genitori nella stessa, è una forma di collocamento, con relativa gestione organizzativa della vita familiare post separazione/divorzio/cessazione di convivenza, che già in uso all’estero dove la sua applicazione sta notevolmente aumentando, sta prendendo piede nei Tribunali italiani: il bird nesting.

Nidificazione degli uccelli” tradotto letteralmente. Pensiamo un momento a cosa succede normalmente in natura: la preparazione del nido, la cova delle uova e quando si schiudono ecco che subito mamma e papà uccelli si prendono cura dei piccoli nel nido facendo avanti e indietro e portando loro il cibo per lo “svezzamento”.

Da un punto di vista giuridico tale immagine, già di per sé evocativa, si traduce in di quel tipo di collocamento in affido condiviso dei figli con cui sono i minori a rimanere nella casa familiare (che a volte viene loro assegnata) e contrariamente a quanto avviene nel collocamento tradizionale presso l’uno o l’altro genitore con il relativo diritto di frequentazione del genitore non collocatario, sono proprio il padre e la madre che divideranno il loro tempo tra la ex casa coniugale e un’altra diversa, avvicendandosi nella prima.

Insomma a spostarsi sarebbero i genitori mentre i bambini che spesso sono coloro che pagano avrebbero una maggiore stabilità il tal senso.

Vi siete mai chiesti come vivono i figli minori spesso bambini molto piccoli di una coppia che interrompe una relazione, il fatto di doversi spostare cambiando le proprie abitudini da un’abitazione all’altra nel corso della settimana in giorni stabiliti o nei weekend per poter stare sia con mamma che con papà? Magari dimenticare qualcosa a casa dell’una o dell’altro genitore e non saper come fare o dover sempre chiedere, vivere con lo zainetto pronto?

Il bird nesting risolverebbe queste problematiche favorendo anche una migliore stabilità psicologica dei figli con una rilevante diminuzione del carico di stress cui i bambini sono sottoposti nell’andirivieni tra un’abitazione e l’altra.

Ci sarebbe da domandarsi a questo punto se questo sia realmente il miglior tipo di soluzione in tema di assegnazione della casa familiare ed organizzazione-gestione dell’affidamento condiviso tra le parti in causa.

Sebbene da un punto di vista teorico sembrerebbe ottimo per il benessere della prole in concreto bisogna fare i conti con la realtà e non trascurare che per scongiurare ogni difficoltà sarà necessario valutare caso per caso al fine di raggiungere il miglior equilibrio per i figli ed i genitori coinvolti, producendo i vantaggi effettivi ed auspicati.

Torniamo in Italia perché di recente la Corte di appello di Torino ha emanato un decreto con cui ha rigettato il ricorso di una donna che aveva impugnato la sentenza di separazione nella quale era stato previsto proprio un affidamento con bird nesting. Affidamento condiviso delle minori e assegnazione della casa familiare alla madre con diritto del padre di alternarsi alla madre (che doveva allontanarsi nei periodi di permanenza del padre) nell’abitazione e nella cura delle figlie.

La scelta del giudice di prime cure era stata fatta tenuto conto sia del fatto che la coppia era riuscita a trovare un equilibrio nella gestione delle figlie minori sia che ciascun genitore aveva a disposizione degli immobili in cui trasferirsi nei giorni in cui nella casa familiare vi era l’altro genitore, rendendo in questo modo attuabile un progetto di turnazione di questi ultimi.

La Corte d’Appello, ha rigettato quindi il ricorso sottolineando come entrambi i genitori fossero disponibili e concordi nell’anteporre a qualsiasi cosa il benessere delle minori ed il rapporto con loro essendo comunque presenti in ogni ambito della vita delle bambine e instaurando un solido rapporto genitore-figlie.

Una tale soluzione che richiede un elevato livello di collaborazione era stata affrontata l’anno scorso dalla Cassazione con l’ord. n. 6810/2023 che non aveva escluso la possibilità di assegnare la casa familiare ai figli, con la rotazione dei genitori nell’abitazione nel rispetto e nell’esercizio della responsabilità genitoriale di ciascuno purché risponda al reale interesse dei minori ed alle loro esigenze di crescita.

AVV. ELENA CASSELLA