Bancarotta fraudolenta nel Catanese, misure cautelari per i responsabili della cooperativa “Arcobaleno”

Bancarotta fraudolenta nel Catanese, misure cautelari per i responsabili della cooperativa “Arcobaleno”

CATANIA – In una complessa operazione investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica, i Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito un’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale locale, svelando un presunto scandalo di bancarotta che ha scosso la comunità imprenditoriale della regione. Le misure cautelari personali e reali sono state applicate nei confronti di quattro individui coinvolti nell’inchiesta, accusati di vari reati tra cui bancarotta semplice, bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale.

L’inchiesta e gli arrestati

L’obiettivo delle indagini è stata la cooperativa “Arcobaleno Catania S.C.A.R.L.”, con sede a Santa Maria di Licodia, operante nel settore del facchinaggio e della movimentazione di merci, e dichiarata fallita dal Tribunale di Catania nel 2021. L’indagine, condotta da unità specializzate della Sezione di polizia giudiziaria del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Catania, ha portato alla luce un intricato intreccio di azioni illecite.

Il principale accusato, Salvatore Scaletta, è stato identificato come amministratore di fatto della società fallita. Insieme agli altri indagati, membri del consiglio di amministrazione della cooperativa, Scaletta è accusato di aver trasferito abilmente le risorse aziendali a favore di due imprese collegate, la “STS srl” e la “TS LOGISTIC Soc. Coop.va“, entrambe con sede a Misterbianco e attive nel settore della logistica. Questo trasferimento avrebbe avuto lo scopo di garantire la continuazione dell’attività commerciale, evitando nel contempo il pagamento dei debiti verso il principale creditore, ossia lo Stato, che vantava un credito pendente di circa 3 milioni di euro.

In un tentativo di ostacolare ulteriormente l’azione della curatela fallimentare, gli indagati non hanno depositato i bilanci e le scritture contabili aziendali durante la procedura fallimentare. Questo atteggiamento ha reso difficoltosa la ricostruzione delle vicende societarie da parte delle autorità competenti.

In seguito alle investigazioni condotte dalle Fiamme Gialle etnee, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania ha emesso misure cautelari, tra cui gli arresti domiciliari per Salvatore Scaletta e il divieto di svolgere attività imprenditoriali e ricoprire ruoli direttivi in persone giuridiche e imprese per gli altri tre indagati: Vittorio Bentivegna, Maria Rosa Zinna e Antonio Luca Cugno.

Inoltre, è stato disposto il sequestro preventivo delle quote sociali e dell’intero patrimonio aziendale della “STS srl” e della “TS LOGISTIC Soc. Coop.va”, le imprese destinate a ereditare gli asset produttivi della società fallita.