Migranti, continuano gli sbarchi a Lampedusa: in 1522 nell’hotspot

Migranti, continuano gli sbarchi a Lampedusa: in 1522 nell’hotspot

LAMPEDUSA – Ennesimi sbarchi nella notte sull’isola di Lampedusa, che portano a 1522 i migranti  presenti nell’hotspot di Contrada Imbriacola.

Gli ultimi sbarchi

L’ultimo sbarco avvenuto riguarda 42 ivoriani e guineani intorno alle due di notte, i quali viaggiavano su un’imbarcazione lunga 7 metri, che sono riusciti ad arrivare grazie ai soccorsi ricevuti da parte della motovedetta Cinus Pv9 della Guardia di Finanza. Sempre a bordo del natante, che era partito da Sfax in Tunisia, erano presenti anche 18 donne.

Gli sbarchi avvenuti nelle ore precedenti

Prima di mezzanotte, quattro imbarcazioni avevano salpato, trasportando un totale di 227 persone. Di queste, 93 erano partite da Zuara, in Libia, il 10 luglio intorno alle 2 e provenivano dall’Egitto, dall’Etiopia, dal Sudan, dalla Siria e dall’Eritrea. Inoltre, sono state soccorse altre quattordici imbarcazioni, portando il totale delle persone salvate a 634.

Tutto questo facendo aumentare sensibilmente il numero di ospiti nell’hotspot di Contrada Imbriacola. Successivamente la Prefettura di Agrigento ha disposto, per questa mattina, il trasferimento da Lampedusa a Porto Empedocle, di 430 migranti per mezzo della motonave Galaxy, che dovrebbe arrivare nell’arco della serata.

migranti lampedusa 1522

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Le parole di Papa Francesco sulla questione migranti

Papa Francesco, in occasione del decimo anniversario del suo viaggio apostolico a Lampedusa, ha affidato questo messaggio, dicendosi “vicino con l’affetto, la preghiera e l’incoraggiamento“, all’arcivescovo di Agrigento Alessandro Damiano.

In questi giorni in cui stiamo assistendo al ripetersi di gravi tragedie nel Mediterraneo, siamo scossi dalle stragi silenziose davanti alle quali ancora si rimane inermi e attoniti. La morte di innocenti, principalmente bambini, in cerca di una esistenza più serena, lontano da guerre e violenze, è un grido doloroso e assordante che non può lasciarci indifferenti. È la vergogna di una società che non sa più piangere e compatire l’altro“.

Sono trascorsi 10 anni dal viaggio che ho voluto compiere nella comunità lampedusana per manifestare il mio sostegno e la paterna vicinanza a chi dopo penose peripezie, in balia del mare, è approdato sulle vostre coste. Il consumarsi di sciagure così disumane deve assolutamente scuotere le coscienze. Dio ci chiede: ‘Adamo dove sei? Dov’è tuo fratello?’. Vogliamo perseverare nell’errore, pretendere di metterci al posto del Creatore, dominare per tutelare i propri interessi, rompere l’armonia costitutiva tra lui e noi? Bisogna cambiare atteggiamento. Il fratello che bussa alla porta è degno di amore, di accoglienza e di ogni premura. È un fratello che, come me, è stato posto sulla terra per godere di ciò che vi esiste e condividerlo in comunione“, conclude Papa Francesco…Continua a leggere