Due commedie plautine senza tempo in scena a Palazzolo Acreide

Due commedie plautine senza tempo in scena a Palazzolo Acreide

SIRACUSA – Tradizione e innovazione, antico e moderno si mescolano nelle intramontabili commedie plautine Il Persiano e Il Cartaginese rivisitate dalla regia di Giancarlo Sammartano che tornano in scena, per l’ultima replica, oggi mercoledì 5 agosto alle ore 21.15 al Teatro Akrai di Palazzolo Acreide per la programmazione di Teatri di Pietra Sicilia.

Due spettacoli di intenso valore culturale ed emotivo che fanno rivivere sul palcoscenico, grazie allo scrupolo filologico e libertà di espressione della compagnia,  la dimensione originaria del teatro plautino attraverso gli intrecci delle situazioni, dei caratteri, degli scontri verbali e, seguendo la lezione del teatro classico, riescono ad osservare in modo critico la società antica e contemporanea, entrambi contenitori di caratteri stereotipati intramontabili.

La magia del teatro svela la sua eterna contemporaneità e l’antica drammaturgia prende corpo attraverso  interi spettacoli tenuti da quattro attori che, grazie all’ausilio delle maschere, interpretano, in un esilarante gioco teatrale, i quindici ruoli dei due testi.  

Le maschere sono interamente realizzate da Giancarlo Santelli e ricreate sul modello delle terracotte votive a Dioniso rinvenute negli anni ’60 e ‘70 negli scavi della necropoli di Lipari e fedeli ai prototipi della commedia greca nuova di Menandro e per affinità quelli della palliata latina.

Il Persiano in un intrigante intreccio di verità ed apparenze, dà corpo ad uno spettacolo esilarante in cui la superbia dei padroni viene fortemente derisa attraverso uno spirito dissacrante che rimanda alla poetica di Aristofane e alla speranza, da tutti agognata, di una società di giusti che sia in armonia con il mondo.

Il Cartaginese, narra invece le guerre puniche e costituisce un intreccio di innamorati, ragazze libere vendute come schiave, di servi sciocchi e intraprendenti, di soldati spacconi, travestimenti, inganni, trappole costruite ad hoc in attesa del finale in cui a trionfare sono la giustizia, il buon senso e l’utopia di una libertà collettiva.

Nonostante la crisi del settore teatrale, anche quest’anno Teatri di Pietra dà vita a un percorso di arte e cultura che in modo raffinato, con spirito critico e rispetto del passato offre una concreta opportunità di sviluppo socio-culturale e crescita dei territori coinvolti con la speranza di una ri-costruzione di una comunità che sappia ritrovare la propria identità nel rapporto diretto e dialettico con la storia e con i luoghi capaci di riportare in vita antichi tesori della nostra civiltà.

Le opere teatrali da Tito Maccio Plauto sono dirette dalla regia di Giancarlo Sammartano, con le musiche di Stefano Marcucci; scena e costumi di Daniela Catone; maschere di Giancarlo Santelli con Paolo Floris, Tommaso Lipari, Mattia Parrella e Andrea Puglisi. La rete Teatri di Pietra, ideata da Capua Antica Festival e diretta da Aurelio Gatti, quest’anno in Sicilia è promossa direttamente dai Comuni coinvolti con il sostegno dall’Associazione Teatri di Pietra Sicilia e Capua Antica Festival, in collaborazione con il FAI di Agrigento.