Covid e caos nella riapertura delle scuole, USB: “Non possiamo affidarci al caso”

Covid e caos nella riapertura delle scuole, USB: “Non possiamo affidarci al caso”

ITALIA – La scuola si appresta a iniziare ma ancora sono molti i dubbi e la confusione attorno alle indicazioni, soprattutto alla luce degli ultimi provvedimenti del Governo. Sulla questione si è espresso anche il sindacato USB Scuola che ha detto che il messaggio lanciato dal Governo è: “Fate un po’ quel che vi pare e come vi pare, ma tenetevi gli alunni a scuola“.

È l’unica strada possibile, di fronte all’aumento ormai esponenziale dei contagi tra lavoratori e studenti, una volta che si è deciso molto chiaramente di non praticare l’altra possibile, quella che USB Scuola indica dall’inizio della pandemia: un piano di investimenti strutturali sulle scuole – scrive la sigla sindacale -, basato su un ripensamento totale degli spazi, una riqualificazione sistematica degli edifici, l’uso diffuso di tutti gli strumenti e i dispositivi di sicurezza di cui si può disporre (da mascherine adeguate, ovvero FFP2 per studenti e docenti fornite gratuitamente, a impianti di aerazione e purificazione dell’aria che in altri Paesi sono in uso), passando ovviamente da un potenziamento vero dei trasporti, dal ripristino o dall’inserimento delle figure mediche e infermieristiche per ogni istituto, dalla riduzione drastica del numero di alunni per classe, dall’assunzione di contingenti adeguati di docenti e di personale ATA. Questo non è avvenuto e non avverrà, perché non è nella testa e nei programmi di chi governa e ha altre priorità ed altri interessi.

Perché le scuole rimangano aperte, non resta che affidarsi al caso – sottolinea USB Scuola -. Lo hanno capito anche gli oltre mille presidi che hanno richiesto la Dad fino al 31 gennaio, peccando anche loro di una visione emergenziale che oggi dà qualche sensatezza a quella richiesta, ma che non affronta strutturalmente la realtà.

La realtà è che il Covid durerà per anni, che i vaccini pur essendo fondamentali non risolvono da soli il problema, che nuove varianti emergeranno nei prossimi mesi e che, senza un ripensamento materiale e progettuale dell’istituzione scolastica, si vivrà sempre sull’orlo dell’emergenza e dei provvedimenti straordinari- È ripartito anche nel mondo progressista della scuola il dibattito Dad sì, Dad no – spiega USB Scuola -. Ancora una volta si ragiona sulle conseguenze. Le classi andranno in quarantena, la Dad sarà un fatto compiuto in molte scuole già nelle prossime settimane.

Oltre a seguire scuola per scuola i lavoratori e gli studenti, provando a orientarli, sostenerli e consigliarli, oggi il punto è più che mai ridare ai lavoratori della scuola, agli insegnanti e agli ATA, un piano di riflessione intellettuale e culturale che provi a farli uscire dall’angolo, che possa anche proporre una prospettiva di lotta e non di mera lamentela – prosegue il sindacato -. Le prossime elezioni RSU devono essere una prima occasione di dibattito e scontro, anche tra colleghi, perché l’unica alternativa oggi visibile è l’implosione del sistema scuola. Una soluzione che non dispiace a chi la scuola la vuole ridisegnare in forme molto meno democratiche e formative, spingendola ancora un passo avanti in quel ruolo di servizio all’impresa e all’economia privata che ormai viene dichiarato senza remore o vergogna.

Il virus vero è questo – conclude con fermezza USB Scuola –, il vaccino si forma nell’organizzazione, nella lotta e ricominciando a pensare davvero”.