Coronavirus, varianti inglese e brasiliana individuate nelle acque di scarico in Italia: la ricerca dell’Iss

Coronavirus, varianti inglese e brasiliana individuate nelle acque di scarico in Italia: la ricerca dell’Iss

ITALIA – Avanzano ancora in Italia i casi di Coronavirus, soprattutto quelli provenienti dalle varianti del virus che si stanno diffondendo per il Bel Paese.

Nello specifico, una ricerca del gruppo di lavoro coordinato da Giuseppina La Rosa e Elisabetta Suffredini dell’Istituto superiore di Sanità (Iss), in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico della Puglia e della Basilicata, avrebbe individuato nelle acque di scarico italiane varianti inglese e brasiliana del virus.

Il metodo

Per lo studio è stato sviluppato un metodo che prevede l’amplificazione e il sequenziamento di una parte del gene S contenente specifiche mutazioni in grado di caratterizzarle. Testato inizialmente su campioni clinici (tamponi naso-faringei), è stato successivamente applicato all’analisi delle acque di scarico raccolte in fognatura prima dei trattamenti di depurazione.

Da questo studio è emersa la presenza delle varianti inglese e brasiliana in alcune aree del Bel Paese, per esempio a Perugia e a Guardiagrele in Abruzzo.

“Le prospettive sono promettenti”

Luca Lucentini, direttore del Reparto Qualità dell’Acqua e Salute ha dichiarato: “I nostri risultati confermano le potenzialità della wastewater based epidemiology, non solo per lo studio dei trend epidemici, come già dimostrato in precedenti nostre ricerche e ormai consolidato nella letteratura scientifica, ma anche per esplorare la variabilità genetica del virus“.

“Le prospettive sono promettenti – ha aggiunto Lucia Bonadonna, direttore del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Iss – in particolare se pensiamo che la sorveglianza sui reflui è applicata in diversi Paesi europei, anche se non ancora per la ricerca delle varianti. L’importanza della sorveglianza ambientale è stata riconosciuta, grazie anche al contributo dei risultati italiani, nel Piano europeo contro le varianti del Covid-19 (Hera incubator), che mira a rafforzare le difese dell’Unione davanti al crescente numero di mutazioni del virus“.

Immagine di repertorio