Il licenziamento durante il periodo Covid è illegittimo: il giudice ordina la reintegra e il risarcimento dei danni

Il licenziamento durante il periodo Covid è illegittimo: il giudice ordina la reintegra e il risarcimento dei danni

Il Governo Italiano e in particolare il Ministero del Lavoro, durante tutto il difficile periodo Covid che ancora oggi interessa la nostra nazione, hanno perentoriamente disposto il divieto di licenziamento nei confronti dei dipendenti da parte dei datori di lavoro. 

Il termine è stato esteso fino al 31 gennaio 2021. Vige pertanto il divieto per il datore di lavoro di intimare licenziamenti per giustificato motivo oggettivo, indipendentemente dal numero dei dipendenti, nonché di avviare procedure di licenziamento collettivo.

Il Decreto Ristori ha altresì confermato le sole ipotesi di licenziamento consentite nei casi già previsti dal Decreto Agosto. Pertanto sarà consentito licenziare per ragioni economiche in caso di:

  • cessazione definitiva dell’attività di impresa, conseguente alla messa in liquidazione della società, senza continuazione, anche parziale, dell’attività;
  • accordo collettivo aziendale;
  • fallimento senza esercizio provvisorio dell’impresa.

La sentenza

Anche la giurisprudenza non si è fatta attendere in tal senso: il Tribunale di Mantova con sentenza dell’11 novembre 2020, ha dichiarato nullo il licenziamento di una lavoratrice impiegata con mansioni di commessa e ordinando la sua reintegra nel posto oltre al risarcimento dei danni mediante l’indennità sostitutiva della retribuzione per i periodi non lavorati.

Il licenziamento era avvenuto, nel giugno 2020, per giustificato motivo oggettivo: “Con la presente ci dispiace comunicarle che è emersa la necessità di risolvere il rapporto di lavoro per chiusura sede operativa e successiva cessazione dell’attività dell’azienda”.

Il licenziamento, impugnato dal legale della commessa in quanto negozio rimasto comunque aperto e in attività, è stato dal Tribunale annullato, condannando l’azienda alla reintegra della lavoratrice nel posto precedentemente occupato, oltre che al pagamento della retribuzione non percepita dal licenziamento, contributi previdenziali e assistenziali, risarcimento danni e spese legali.

Tale soluzione è certamente di garanzia per tutti i lavoratori e le lavoratrici in questo difficile periodo. Ma è molto complicata per i datori di lavoro che, nonostante la drastica riduzione di fatturato e di produzione, sono obbligati a mantenere gli stessi dipendenti e le relative spese. 

Un momento certamente difficile per tutti, cui si spera di uscire il prima possibile e ricostruire quanto perso in questi mesi.