Giocattoli per bambini, società “divisa”: classico o tecnologico?

Giocattoli per bambini, società “divisa”: classico o tecnologico?

Quando arriva il momento di comprare regali e si acquistano giocattoli per bambini, l’eterna questione è sempre la stessa: classico o tecnologico?

Non si tratta di una scelta di “vita o morte”, ma prediligere l’uno o l’altro ha dei risvolti. Si tratta di qualcosa di più complesso del banale “Farò bella figura?” o “Piacerà?”, una decisione che, pur nella sua semplicità, divide sempre di più la società contemporanea.

Giocattoli per bambini: la scelta tra classico e tecnologico

In occasioni speciali come i compleanni, la Festa dei morti o il Natale i primi a cui pensare sono sempre i più piccoli. E quando si cerca un regalo adatto non si può non pensare ai giocattoli.

Un tempo il “catalogo” era decisamente meno variegato rispetto a oggi: bastavano bambole o soldatini di piombo, magari un pallone per i più attivi, e il problema era risolto. Di fronte a una società ormai “devota” alla tecnologia e a nuove generazioni sempre più aggiornate sulle ultime tendenze, optare per un giocattolo più “macchinoso” può rivelarsi non solo più gradito al destinatario ma anche più stimolante.

È forse giunto il momento per i vecchi giocattoli per bambini di “andare in pensione”? C’è chi non conosce più il piacere di ricevere o regalare delle semplici costruzioni, chi sceglie appositamente il giochino più complesso desideroso di farsi vedere “al passo coi tempi” ma anche chi per scelta rimane fedele al classico.

Classico o tecnologico: una battaglia senza vincitore?

Il momento di scegliere tra classico e tecnologico arriva sempre, ma come fare? Considerare i pro e i contro di entrambi è un primo passo.

Da un lato il giocattolo classico conserva il “sapore” della tradizione e pare conservi perfino un valore affettivo più alto per il bambino. In fondo, chi non conserva con amore un vecchio orsacchiotto o non sorride rivedendo le foto di vecchi “capolavori” fatti con la plastilina? Anche se non a tutti piace ciò che è vecchio, il giocattolo classico continua a esercitare un fascino senza tempo e conserva la sua unicità, un valore universalmente riconosciuto che difficilmente perderà.

D’altro canto, però, ricevere un tablet per bambini, il primo cellulare o l’ultimo oggetto parlante disponibile sugli scaffali di ogni negozio non è meno gradevole. Perfettamente adattabili agli interessi del singolo e infinitamente personalizzabili, nonché ottimizzati per essere meno dannosi per i più piccoli, i giocattoli tecnologici possono essere seriamente stimolanti e divertenti, specialmente se utilizzati con equilibrio e non buttati sul tappeto del salotto solo per non sentire i bambini schiamazzare in giro per casa per qualche ora. Il rischio di isolare i piccoli ha spesso portato alla “demonizzazione” dei giocattoli tecnologici, ma in realtà spesso si tratta più di una questione di relazioni e dinamiche che di regali scelti.

Con così tanti elementi da considerare, sembra proprio che la “guerra” tra classico e moderno, almeno in questo campo, sia destinata a non avere un vero e proprio vincitore.

I giochi che “dividono” la società

Nonostante si tratti di un argomento “leggero”, per tanti la presa di posizione a favore o contro i giocattoli tecnologici è diventata motivo di dibattito. Questo perché, in una società in cui la modernità ha praticamente preso il sopravvento, una scelta in questo campo può essere più genericamente intesa come una scelta tra “cancellare” la tradizione o “imporla” fermamente senza considerare il tempo che scorre.

Naturalmente niente è o bianco o nero, una possibilità di equilibrio esiste. Tuttavia, l’indecisione di tanti e la presa di posizione estrema e determinata di alcuni rivela come anche la normalità del fare regali possa far emergere aspetti interessanti del rapporto degli adulti con la modernità e la tecnologia. Un rapporto che determinerà, nel bene e nel male, anche quello dei bambini con i propri giocattoli e forse anche il loro modo di concepirli nel tempo.

Foto di Esi Grünhagen da Pixabay