L’impatto sociale della radio, da “La guerra dei mondi” ai giorni nostri: cosa cambierà domani?

L’impatto sociale della radio, da “La guerra dei mondi” ai giorni nostri: cosa cambierà domani?

Il progresso portato avanti dalla tecnologia ha rivoluzionato la vita dell’essere umano. Anno dopo anno, le invenzioni si sono susseguite e continuano a farlo, regalando una vasta gamma di comfort. Ciò che 200 anni fa era impensabile oggi è parte integrante della quotidianità. Molte cose si danno per scontato, eppure basta poco per rendersi conto del contrario. Per esempio, una mancanza di connessione alla rete per qualche ora, o anche solo per pochi minuti, manda in tilt la stragrande maggioranza delle persone.

Bisogna ammettere, dunque, che non si può più fare a meno degli apparati tecnologici. Tra i mezzi che hanno avuto un maggiore impatto sulla società, a livello comunicativo, c’è la radio. Si tratta del mass media che ha rivoluzionato il modo di comunicare e di intrattenere, la diffusione delle informazioni e della musica. Già alla fine dell’Ottocento è stata dimostrata la possibilità di trasmissione delle informazioni attraverso le onde elettromagnetiche. Agli inizi del Novecento la radio risultava il mezzo ufficiale di comunicazione di massa.

Con il termine broadcasting viene indicata l’unidirezionalità della radio, la comunicazione da uno verso molti. Un successo, dopo quello della stampa, che ha visto la rapida formazione di molteplici stazioni radiofoniche, spopolando in particolar modo in Europa e in America negli anni 20.

È in quegli anni che, proprio dagli Stati Uniti, arriva una dimostrazione del grande apprezzamento radiofonico da parte del pubblico. La sera della vigilia di Halloween del 1938 veniva trasmesso in diretta dalla Cbs “La guerra dei mondi“. Uno sceneggiato radiofonico interpretato da Orson Welles che racconta di un’invasione aliena fittizia, cercando di rendere il tutto reale attraverso dei notiziari. Sono bastati pochi attimi per diffondere l’idea di uno scenario apocalittico nel New Jersey, spingendo parecchi abitanti a prendere la macchina e a scappare. Le strade erano intasate e le linee telefoniche pure.

Uno degli eventi mediali più importanti che dimostra di essere sempre attuale, sebbene a distanza di anni, suscitando il cosiddetto panico di massa. Situazione analoga a quella vissuta dagli italiani durante la pandemia, dove tutto probabilmente è stato percepito in maniera amplificata rispetto alla realtà che si è presentata, sfociando in episodi come l’esodo da Nord a Sud. Questo fa intendere come la radio ha avuto un forte impatto sullimmaginario collettivo, suscitando le reazioni della massa.

Anche in Italia la radio si è sviluppata negli stessi anni, segnando il proprio esordio esattamente nel 1924, come mezzo di propaganda politica. Nonostante l’arrivo della TV, circa trent’anni dopo, la radio ha proseguito nel proprio cammino di crescita. Ma ultimamente si sta perdendo di vista la caratteristica principale della radio: in tempo reale. Quest’ultima adesso può essere seguita tramite podcast, in qualsiasi momento. Inoltre, non per forza bisogna stare in macchina, si può seguire una trasmissione in streaming dal computer o dallo smartphone, comodamente seduti su un divano.

Ultimamente i riflettori dell’innovazione tecnologica sono puntati sugli smart speaker. Per farla breve, basti pensare ad Alexa che è in grado di soddisfare la richiesta dell’utente sul momento, chiedendo magari di connettersi a un’emittente radiofonica.

Come si è potuto notare, i continui mutamenti e un pubblico sempre più esigente non spaventano la radio. Quest’ultima è in grado di adattarsi a qualsiasi cambiamento. A questo punto, rimane da chiedersi: come sarà la radio del futuro?

Fonte foto: Pixabay.com