Giornata dei lavoratori, dal 1889 a oggi come è cambiato il mondo del lavoro

Giornata dei lavoratori, dal 1889 a oggi come è cambiato il mondo del lavoro

La giornata dei lavoratori viene fondata nel 1889 a Parigi durante la Seconda Internazionale, che prende ispirazione da un grande sciopero che si verificò nel 1886 in America. Il riconoscimento di questa giornata rappresenta un percorso sociale, politico e storico che aveva preso il via già da molto tempo con la prima rivoluzione industriale e ancora di più con la seconda.

Cambiano i sistemi economi, cambiano le modalità di produzione inevitabilmente cambiano i lavoratori. Per gli operai si aprono nuove possibilità di emancipazione, cominciano ad avere accesso alle scuole e hanno in mano strumenti che i loro genitori nelle campagne non avevano mai visto. In questo contesto, gli operai cominciano a prendere consapevolezza dei propri diritti e a chiedere condizioni di lavoro migliori e più dignitose.

È così che a maggio del 1886 a Chicago scoppia uno sciopero che vede protagonisti molti operai che chiedono una maggiore tutela e la giornata lavorativa di 8 ore. Gli scontri durarono giorni e il culmine venne raggiunto il 3 maggio quando scoppiò una vera e propria battaglia tra manifestanti e polizia. Gli agenti allora aprirono il fuoco e spararono sui lavoratori uccidendone molti. La reazione fu altrettanto violenta.

In Italia fu necessario attendere la nascita della Repubblica affinché la festa dei lavoratori venisse riconosciuta festa nazionale – in realtà anche durante il periodo fascista veniva celebrato con connotazioni differenti e anticipata al 21 aprile -. È un’Italia nuova, democratica e fondata sul lavoro. Fin dalla nascita della Repubblica e delle sue istituzioni, quindi, il lavoro ebbe un ruolo fondamentale nella vita dei cittadini.

A più di 100 anni dalla nascita della Festa Internazionale, il lavoro continua essere uno degli aspetti fondamentali sui cui si continua a dibattere. I politici italiani usano il lavoro per attirare consensi, i governi però sembra se ne dimentichino con troppa facilità.

Il Coronavirus e il lockdown hanno inferto un duro colpo al mondo del lavoro, a qualsiasi livello e in qualsiasi settore. E oggi, tra privazioni personali, paura dell’epidemia e il bisogno di accedere ai consumi dei beni di prima necessità, il lavoro resta il punto centrale della vita delle persone. Non si sa quanti dei cittadini italiani potranno tornare a lavoro, perché potrebbero non averlo più.

Fonte foto: Getty Images Archivio Corbis