Tik Tok, il social cinese del momento al centro delle polemiche: privacy degli utenti a rischio, l’allarme del Garante italiano

Tik Tok, il social cinese del momento al centro delle polemiche: privacy degli utenti a rischio, l’allarme del Garante italiano

Tik Tok si sta affacciando prepotentemente nella realtà tecnologica odierna, spopolando letteralmente tra giovani e giovanissimi. Così come altri social non è, però, tutto oro quello che luccica e non è affatto immune da rischi. Ma in questo caso potrebbero essere alquanto consistenti, intaccando la privacy degli iscritti.

Innanzitutto, si tratta di un social network cinese, molto intuitivo, che permette di creare brevi video di massimo 60 secondi e condividerli in tempo reale ovunque – e con chiunque – si voglia. Potremmo definire Tik Tok come una sorta di “karaoke” dove alle parole si associano anche le immagini. Lo slogan del social del momento è proprio: “Make Every Second Count” (“Dai importanza a ogni secondo”) e i video, dato che durano pochissimo, non stancano e rispecchiano a pieno questo obiettivo, questa “missione sociale“.

I numeri confermano il successo sempre in aumento e, dal 2016, anno in cui fu creata l’app, sono sempre più gli utenti che scaricano Tik Tok e si registrano, per curiosità o per tentare di cavalcare l’onda del successo. Secondo gli ideatori, si tratta di un modo come un altro di permettere a chiunque di esprimere liberamente la propria immaginazione utilizzando la piattaforma.

Quali sono, allo stato attuale, però, i problemi e i rischi che porta con sé l’utilizzo di questo nuovo social? Nello specifico, al centro del mirino, sembra esserci la privacy degli utenti. Il Garante italiano, Antonello Soro, ha chiesto un intervento tempestivo al Comitato europeo per proteggere i dati sensibili e personali degli iscritti. Un argomento molto delicato che va trattato come si deve, ma in maniera incisiva per tentare di ridurre al minimo, se non azzerare, i rischi.

Antonello Soro ha chiesto che venga portata avanti alla plenaria, composta da tutti i Garanti della privacy europei, il prossimo 28 e 29 febbraio, la questione di primaria importanza. Il problema è stato esposto anche in America, dove sono state già avviate le indagini per verificare se sussiste o meno il pericolo per i dati degli utenti statunitensi, oppure no.

Fonte Foto: ilmessaggero.it