I fallimenti tecnologici più clamorosi degli anni ‘10

I fallimenti tecnologici più clamorosi degli anni ‘10

In ambito hi-tech, gli anni ‘10 del XXI secolo, oltre che essere costellati di successi, sono ricchi di clamorosi flop. Tra i primi ricordiamo i televisori 3D, apparsi sul mercato come qualcosa di irrinunciabile, finché non si è scoperto che pochi li trovano attraenti.

A seguire, come dimenticare: i Google Glass, che promettevano un futuro di realtà aumentata, poi svanito; le aziende BlackBerry e Nokia, colossi impossibili da battere, colati a picco a causa di scelte discutibili; il Samsung Galaxy S7 con la sua batteria incendiaria, primo telefono al mondo ad essere bandito dalle hostess tramite interfono; Windows 8, il sistema operativo più odiato dagli utenti che eliminava il tasto “Start”, poi reintrodotto nelle versioni successive; l’Amazon Fire Phone e il Facebook Phone, tentavi maldestri di due grandi aziende d’inserirsi nel mercato degli smartphone; la console Ouya con sistema operativo Android che, nonostante gli 8 milioni di dollari raccolti su Kickstarter, fu un insuccesso commerciale; il social network Google+, l’anti-Facebook di Google snobbato dagli internauti.

Dulcis in fundo, il sistema operativo mobile Windows Phone, una pazzia costata a Microsoft 8 miliardi di dollari più decine di migliaia di posti di lavoro.

Ziv Aviram, cofondatore dell’israeliana Mobileye, compagnia leader nella ristrutturazione di società apparentemente spacciate, a riguardo afferma: “Se non accetti l’errore non farai mai nulla. Niente di peggio di un’azienda che non impara dai propri sbagli” e di sbagli, tra il 2010 e il 2020, pare che ce ne siano stati parecchi.