#diventeràbellissima: la destra riparte con Musumeci

#diventeràbellissima: la destra riparte con Musumeci

PALERMO – Un appuntamento per ritrovare le ragioni dello stare insieme e allargare un progetto politico che affonda le radici in un humus consolidato nel tempo. Con l’hashtag #diventeràbellissima si è svolto ieri a Palermo – nell’hotel Astoria Palace – un meeting fortemente voluto da Nello Musumeci per riunire le diverse anime di un sentire condiviso, con il minimo comune denominatore preso in prestito dall’ultimo pamphlet di Pietrangelo Buttafuoco “Buttanissima Sicilia”.

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Infatti lo scrittore ha detto che “la Sicilia da buttanissima diventerà bellissima” e su questa falsariga il mondo della destra si è riunito per parlare anche a chi non ha tessere di partito o a chi ha smarrito fiducia nella politica.

Diversi gli interventi allargati non solo ai politici ma anche e soprattutto alla gente comune. Ha parlato la figlia di un lavoratore della formazione che non percepisce stipendio da anni, un agricoltore alle prese con la crisi dirompente del settore e un imprenditore che si barcamena tra mille difficoltà per poter pagare i propri dipendenti.

Per Nello Musumeci l’obiettivo è risvegliare il centrodestra facendolo tornare tra la gente: “Questo è un appuntamento – ha detto dal palco il presidente della commissione antimafia – al di fuori della campagna elettorale”.

Poi il leader dell’opposizione all’Ars ha dedicato ampi stralci del suo lungo discorso all’autonomia siciliana: “Come si fa a dire che l’autonomia è stata utilizzata in una cornice si responsabilità? Sarebbe una grande bugia. Esclusa la prima stagione c’è stata una classe dirigente alla ricerca di privilegi. L’autononomia è stata usata come foglia di fico per coprire certe vergogne”.

“L’automia – ha proseguito Musumeci – avrebbe dovuto dare alla regione siciliana respiro e soluzioni concrete. Doveva essere un fatto culturale e sentimentale. Sono fermamente convinto che l’autonomia è stata una grande opportunità. Ha perso il centrosinistra ma anche il mio centrodestra: va detto. Abbiamo perso un appuntamento con la storia”.

Musumeci ha anche parlato del presidente della Regione e dei suoi fallimenti: dalla lotta alla burocrazia alla riforma delle province.

“Non è così che si fanno le rivoluzioni – ha attaccato il deputato regionale -. Non può Crocetta consentire alla partitocrazia di governare i nostri territori. Dopo due anni ancora dobbiamo capire cosa vuole fare mentre le strade provinciali sono impercorribili e le scuole sono inutilizzabili: i servizi che erano in capo alla provincia sono abbandonati e il personale vive nell’incertezza. Questo è stato il primo esempio della rivoluzione Crocetta che non si è limitato a distruggere l’ente intermedio ma ha condannato alla fame i precari”.

Sulle trivellazioni, altro tema caldo di queste settimane, Musumeci si schiera senza tentennamenti contro: “Quello che è accaduto a Taranto deve servire da insegnamento, stiamo pagando la morte di centinaia di fratelli e sorelle siciliani per l’inquinamento industriale. L’energia ricavata dal fossile non è la carta vincente per l’economia siciliana, da un presidente rivoluzionario vorrei sentirmi dire di mettere la parola fine a un modello di sviluppo sbagliato e far partire un modello di riconversione industriale”.

“Chi vi parla non appartiene al khoeiminismo dell’ambientalismo – ha concluso Musumeci – sono convinto che ricchezze del sottosuolo devono essere sfruttate dove il contesto lo permette. Il paesaggio nel suo naturale equilibrio è un bene culturale da salvare, l’ambiente deve essere tutelato con una presenza dell’uomo responsabile. Avviamo un modello di sviluppo nuovo”.

E così la kermesse itinerante del centrodestra di Musumeci proseguirà in altre tappe siciliane con l’obiettivo di legare una storia che dopo la diaspora di An si è frantumata, toccando le diverse corde della lotta alla burocrazia, dell’ambientalismo, della difesa del territorio e della buona politica.