Nuove frontiere: primi cortometraggi e film in VR

Nuove frontiere: primi cortometraggi e film in VR

Di recente, la società di distribuzione VR CityLights ha acquisito Spheres, una serie televisiva in virtual reality suddivisa in tre parti. “È un momento storico per l’industria; quando chiudi accordi milionari con un progetto di realtà virtuale, significa che un approccio narrativo, ben più vitale di quello tradizionale, sta emergendo”, ha dichiarato Jess Angel, produttore di Spheres.

L’idea è quella di portare lo spettatore all’interno di due buchi neri e di farlo danzare tra le stelle.

Il primo episodio, Songs of Spacetime, di 13 minuti, è diretto da Eliza McNitt: “Vedo il mio lavoro come un teletrasporto verso lo spazio inesplorato. Sono appassionata di tutto ciò che crea un contatto o un cortocircuito tra l’uomo e la scienza“.

All’inizio dell’avventura la voce-guida sussurra: “Non aver paura di muovere il tuo corpo come un ballerino“, dopodiché ci si fonde con l’Universo e partono le musiche di Michael Stein e Kyle Dixon.

La realtà virtuale non è un film. È un vero e proprio mondo” ha dichiarato, in un articolo de la Repubblica a firma di Filippo Brunamonti, Andrew Shulkind, direttore della fotografia per progetti VR e consulente presso NASA ed Apple. Secondo l’esperto, le sale cinematografiche così come le conosciamo hanno i giorni contati: “Tra qualche anno accadrà quello che è successo all’opera: andare al cinema, pagare un biglietto e sedersi comodi in poltrona sarà un evento a cui parteciperai al massimo una volta all’anno. L’aspetto collettivo della visione diverrà: indossare un visore, un paio di occhiali; guardare e ‘fare’ qualcosa tutti assieme“.