Allergico a tutto, rigetta il cibo: Gabriel, il bambino che non può mangiare nulla

Allergico a tutto, rigetta il cibo: Gabriel, il bambino che non può mangiare nulla

Carne? No.
Pesce? No.
Uova? No.
Insalata? No.
Formaggi? No.

Esiste una persona allergica a tutto? Chissà in quanti si sono posti questa domanda: oggi è arrivata una risposta affermativa.

Siamo in Canada, precisamente a Montreal, e la “vittima” è Micah Gabriel Masson Lopez, un bambino di 2 anni intollerante a tutto, o quasi. Ciò che può mangiare, infatti, è soltanto un alimento di tutta la catena: le pesche. Non quelle “classiche“, bensì quelle biologiche, al fine di evitare contaminazioni con pesticidi. Nemmeno passate, ma fresche. Sacrilegio se sono in scatola o essiccate.

A questo, tuttavia, c’è una spiegazione scientifica: Gabriel soffre di enterocolite allergica, tradotto dall’inglese“food protein induced enterocolitis syndrome”. La sindrome è attiva dal sesto mese di vita e per i genitori è stato un vero e proprio dramma. Svezzarlo, infatti, è sembrata apparentemente un’impresa.

Come ha raccontato la madre, Caroline Masson, “il primo cibo solido che gli abbiamo dato è stata una banana, ma lui ha vomitato per quattro ore”.

Il rigetto del cibo è solo uno degli effetti dell’enterocolite allergica: Gabriel soffre potenzialmente di vomito, dolore addominale, diarrea, choc ipovolemico (a causa della diminuzione della massa sanguigna per perdita di liquidi) e reflusso gastrico. Oltre a questa malattia, il bambino ha anche la sindrome DiGeorge e microdelezione 15q13.3: entrambe sono di origine genetica, ma le conseguenze sono differenti.

La prima, infatti, provoca cardiopatie, malformazioni facciali e del palato, deficit delle difese immunitarie e ritardo nello sviluppo, mentre la seconda dei disturbi neurologici. È difficile, comunque, trovare anche quelle famose pesche di cui si nutre Gabriel, poiché a Montreal non è un frutto molto popolare. Per tale ragione, il bambino mangia solo una volta al giorno.

Caroline è disperata: “Dobbiamo far fronte a costi immensi al mese, poiché mio figlio viene visitato da 9 specialisti diversi. Compriamo quintali di pesche e non è semplice. Stiamo utilizzando i soldi per le vacanze di famiglia al fine di pagare le cure mediche, ma non bastano. Ho dovuto lasciare il lavoro per prendermi cura di lui“.

Per questa ragione, i genitori stessi hanno aperto una pagina web, GoFundMe, per poter donare dei fondi e affrontare con meno affanni tutte le spese a cui si incombe.

Intanto, la ricerca del cibo da dare a Gabriel prosegue: oltre alle pesche, infatti, si sta cercando un altro alimento. Questo potrebbe essere il brodo di coniglio, di cui il piccolo beve mezza tazza al giorno.