Possedeva beni per 50 milioni di euro: confisca a Scinardo

Possedeva beni per 50 milioni di euro: confisca a Scinardo

CATANIA – I suoi legami con la mafia messinese erano chiari. Giuseppe Scinardo, imprenditore agricolo di Capizzi, lavorava a fianco dei Rampulla di Mistretta. fra i quali anche Pietro Rampulla.

Sapete chi è quest’ultimo? Condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Appello di Caltanissetta, è ritenuto l’artificiere della strage di Capaci. Fu lui a confezionare sia l’ordigno che esplose sull’autostrada Palermo-Trapani sia il telecomando utilizzato per uccidere Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i componenti della scorta.

A Scinardo oggi la Dia ha confiscato beni per cinquanta milioni di euro che si sommano ai duecento milioni della famiglia, già precedentemente sequestrati. Sono spuntati 324 terreni, 33 fabbricati e tre fra aziende e ditte individuali.

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Nelle sue proprietà venivano organizzati diversi summit di mafia e lì si vedevano sfilare i Rampulla di Mistretta, i componenti della famiglia di Caltagirone e quelli di Catania.

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A parlare sono stati i collaboratori di giustizia, fra i quali Umberto Di Fazio e Giuseppe Mirabile che hanno spiegato i rapporti intrecciati fra le due famiglie.

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I Scinardo erano interessati alle energie rinnovabili tanto che si volevano impegnare con Cosa Nostra per lo sviluppo di alcuni progetti di fotovoltaico nella Piana di Catania.

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