Tinder vs Once, vince Spotify

Tinder vs Once, vince Spotify

Sono molti i cuori solitari che, oggigiorno, in cerca dell’anima gemella si affidano ad applicazioni di dating online, quali Tinder e Once. Nel primo caso, la scelta è affidata all’utente che scorrendo le immagini di diversi partner, sulla base di una valutazione visiva, decide quello che lo “aggrada” di più e con cui chattare; se l’interesse è ricambiato la conversazione può avere inizio. Su Once, invece, l’accoppiamento è gestito da un algoritmo che, dopo aver incrociato vari parametri (orientamento sessuale, età, altezza, gruppo etnico, religione, istruzione, professione, lingue parlate e, specialmente, vicinanza geografica) suggerisce alle 12:00 di ogni giorno la probabile metà.

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Eppure, secondo un’indagine del New York Times sui dati forniti dalle aziende sviluppatrici, IAC e Once Dating AG, sembra che la seconda stia avendo la meglio.

L’approccio più rigoroso e “razionale” di Once, fondato sulla scienza esatta della matematica che premia la qualità rispetto alla quantità, funziona. Il CEO di Tinder, Sean Rad, lo ha capito e così, ingegnandosi per evitare che gran parte dei suoi iscritti migrino sulla piattaforma rivale, chiama in causa la musica che, nel mondo delle app, ha un nome ben preciso: Spotify. È di questa settimana, infatti, l’annuncio del connubio con Spotify Ltd.

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L’impresa leader dello streaming sonoro ha firmato un accordo con i proprietari di Tinder che, a breve, permetterà ai suoi 50 milioni di utilizzatori di avere un “anthem”, letteralmente un inno, in termini più comprensibili un brano che accompagni il proprio profilo.

«La musica ha un ruolo importante, sia nel fare nuove conoscenze sia nel cementare quelle già esistenti. Tutti abbiamo una singola traccia che racconta la nostra storia. Una canzone che non ti puoi togliere dalla mente» ha dichiarato Rad durante un’intervista all’Huffington Post. Inoltre, ai fruitori di entrambi i servizi verrà data la possibilità, su Tinder, di visualizzare quali sono stati i brani, gli album e gli artisti recentemente ascoltati.

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La Repubblica, scrivendo della novità, l’ha definita «un’esperienza sensoriale completamente nuova», anche se, app o meno, a Rad, come agli amministratori delegati di Once e Spotify, Marta Flavi e Daniel Ek, bisognerebbe ricordare, ogni tanto, che nessuna genialata si sostituirà mai alla magia – si spera – del primo sguardo dal vivo.

Alberto Molino