Sant’Agata ai Cappuccini: il saluto del Vescovo ai catanesi

Sant’Agata ai Cappuccini: il saluto del Vescovo ai catanesi

CATANIA – Il giro lungo di Sant’Agata prosegue. Dopo l’uscita di questa mattina e l’arrivo in piazza Iolanda verso le ore 13,30, il fercolo ha continuato a percorrere le strade principali della città.

In occasione delle festività agatine, monsignor Salvatore Gristina ha voluto rendere i fedeli partecipi di un suo pensiero, esposto in piazza Stesicoro circa mezz’ora fa e che riportiamo integralmente.

“1. Ci troviamo vicini ai luoghi dove secondo la tradizione Agata diede pubblica testimonianza della sua fede nel Signore Gesù e per questo fu interrogata, torturata e martirizzata da Quinziano, l’uomo che esercitava il potere a nome dell’Impero Romano nella città di Catania. Degli ultimi giorni della vita della nostra Santa Patrona abbiamo notizia in un testo assai prezioso e conosciuto con il titolo “Atti latini di S.Agata”. È sempre commovente leggere questo documento che narra la storia della testimonianza della nostra eroia. Ogni devoto di S.Agata dovrebbe conoscere bene queste pagine dalle quali poter trarre, come accade anche a me quando le leggo un buon insegnamento e sempre qualcosa di nuovo che può ridare senso alla propria vita.

2. Il Vescovo di Catania, durante i giorni della festa, si rivolge alla gente e ai devoti di S.Agata. Un momento bello è quello di Piazza Stesicoro, in cui è prevista la sosta ed il tradizionale messaggio alla Città. Vivo questo momento ponendomi in sintonia con una tradizione cominciata dai miei predecessori, i quali hanno visto in questa sosta un momento assai significativo di incontro con i devoti di S.Agata. Vogliamo ricordare il carissimo Mons. Luigi Bommarito che, come sapete, ha avuto qualche difficoltà di salute, ma che sta ora riprendendosi bene: affidiamo anche lui alla protezione della nostra Santa Patrona. Solo lieto di potermi ancora una volta rivolgere a voi stando accanto a S.Agata, onorandola a nome vostro e cercando di rendermi interprete di ciò che lei questa sera vuole continuare a dirci.

3. Come sapete, stiamo celebrando l’Anno Straordinario, il Giubileo, della Misericordia voluto da Papa Francesco per il bene della Chiesa e di tutta l’umanità. Questo evento lo viviamo in giorni difficili per la crisi che attraversiamo e per le esplosioni di violenza che ci preoccupano. La crisi sociale ed economica, come le violenze, benché in misura ed intensità diverse, riguardano tutti. Gli attentati terroristici fanno sorgere sentimenti di insicurezza e perfino di paura. Ci sentiamo come smarriti, preoccupati, incerti dinnanzi a quanto di ordinario ed ovvio compiamo nella nostra giornata e nella vita familiare e sociale. In queste condizioni può sorgere qualche domanda: forse il Signore ci sta abbandonando? Forse il Dio di Agata non si prende cura delle nostre incertezze? Forse la nostra Patrona, sempre attenta alle sorti della città, non ci accompagna più? Come spiegare tanta sofferenza soprattutto per i bambini, i ragazzi, tante mamme e persone anziane? Come è possibile tutto questo? Con il Giubileo della Misericordia Papa Francesco ci spinge a scoprire il volto misericordioso di Dio. Il Papa parla continuamente di misericordia divina e lo fa con espressioni che ci toccano il cuore. Dio è misericordia perché è come un padre o una madre che accoglie, protegge, perdona e risana le ferite, i dolori, le preoccupazioni dei propri figli. E noi, certamente, siamo figli di Dio anche perché una sola cosa con il Suo Figlio Gesù. In particolare, Papa Francesco, a noi sacerdoti chiede di aiutare tutti, specialmente le persone che sono più provate dalla sofferenza, affinché sperimentino l’amore misericordioso del Signore. Il Giubileo della Misericordia diventa, allora, la grande occasione offerta a tutti per accogliere, condividere e testimoniare la misericordia del Signore.

4. Negli “Atti latini di S.Agata” vi è un bel riferimento alla misericordia. Agata era sta crudelmente torturata su ordine dello stolto Quinziano. Ricondotta in carcere, rivolge al Signore questa preghiera: “Signore che mi hai creato e custodito dalla mia infanzia, e che nella giovinezza mi hai fatto agire virilmente …, che mi facesti vincere i tormenti del carnefice, il ferro, il fuoco e le catene, che mi donasti fra i tormenti la virtù della pazienza; Ti prego di accogliere ora il mio spirito: perché è gia tempo che io lasci questo mondo per tuo comando e giunga alla tua misericordia”. Agata, la nostra Patrona, indica la misericordia come traguardo della sua vita; questa giovane ragazza, cioè, comprese la cosa più importante: desiderare di essere avvolta per sempre dall’amore misericordioso del Signore.

5. S.Agata giunse al traguardo della pienezza della misericordia con il martirio, come ci ricordano i luoghi dove adesso ci troviamo. Il Giubileo ci fa comprendere che noi possiamo giungere a questa pienezza di misericordia, se non mediante il martirio, attraverso l’esercizio delle opere di misericordia corporale e spirituali. Una volta erano conosciute da tutti perché imparate a memoria. Oggi per tante persone non è più così. Eppure è importante conoscerle e soprattutto praticarle. Ce lo raccomanda Papa Francesco in questi termini: «In questo Anno Santo, potremo fare l’esperienza di aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica. Quante situazioni di precarietà e sofferenza sono presenti nel mondo di oggi! Quante ferite sono impresse nella carne di tanti (…). In questo Giubileo ancora di più la Chiesa sarà chiamata a curare queste ferite, a lenirle con l’olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l’attenzione dovuta. Non cadiamo nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge (…). È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. (…) Riscopriamo le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. E non dimentichiamo le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti. Non possiamo sfuggire alle parole del Signore: e in base ad esse saremo giudicati: se avremo dato da mangiare a chi ha fame e da bere a chi ha sete. Se avremo accolto il forestiero e vestito chi è nudo. Se avremo avuto tempo per stare con chi è malato e prigioniero (cfr Mt 25,31-45). Ugualmente, ci sarà chiesto se avremo aiutato ad uscire dal dubbio che fa cadere nella paura e che spesso è fonte di solitudine; se saremo stati capaci di vincere l’ignoranza in cui vivono milioni di persone, soprattutto i bambini privati dell’aiuto necessario per essere riscattati dalla povertà; se saremo stati vicini a chi è solo e afflitto; se avremo perdonato chi ci offende e respinto ogni forma di rancore e di odio che porta alla violenza; se avremo avuto pazienza sull’esempio di Dio che è tanto paziente con noi; se, infine, avremo affidato al Signore nella preghiera i nostri fratelli e sorelle». (Misericordiae Vultus, 15).

6. Fratelli e sorelle, Agata vuole che noi la onoriamo celebrando bene il Giubileo della Misericordia allo scopo di comportarci con il nostro prossimo in maniera davvero umana e cristiana, attraverso l’esercizio quotidiano delle opere di misericordia. Accogliamo l’invito di Agata ad essere sempre più buoni, a non separare mai la fede in Dio e l’impegno per la nostra Città, per il territorio dove si svolge la nostra vita. S.Agata ci ottenga le grazie di cui abbiamo bisogno e soprattutto il dono di essere come lei pieni di amore per il Signore e per il nostro prossimo. Così sia per tutti noi”.