Don Ciotti a Palermo: “Prefetto Caruso aveva ragione a denunciare sistema che non funzionava”

Don Ciotti a Palermo: “Prefetto Caruso aveva ragione a denunciare sistema che non funzionava”

PALERMO – “Il Prefetto Giuseppe Caruso venne umiliato da molti l’anno scorso, ma aveva perfettamente ragione, aveva denunciato un sistema che non funzionava“. Così don Luigi Ciotti, in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno scolastico tenutasi nelle aule del Liceo linguistico Cassarà di Palermo, si è espresso a proposito del caso Saguto.

L’indagine in questione, in molti lo ricorderanno, coinvolge l’ex presidente della Sezione Misure di prevenzione del tribunale, Silvana Saguto e riguarda la gestione di alcuni beni confiscati. Circa un anno fa infatti Giuseppe Caruso, prefetto palermitano, aveva denunciato la presunta irregolarità nella gestione di alcuni beni pubblici, nonché il frequente ricorso tra gli amministrativi a tangenti e ad operazioni non sempre limpide.

Ha affermato don Luigi Ciotti: “Caruso aveva denunciato parcelle spropositate che finivano nelle mani di pochi amministratori, ma anche ritardi. È stato umiliato da tanti, invece è sempre stato una persona onesta, pulita e trasparente con grande naso, perché è stato un grande poliziotto“. In quell’occasione persino la Commissione Antimafia aveva sposato la causa dell’innocenza di Giuseppe Caruso.

Successivamente il sacerdote si è soffermato anche a riflettere sul ruolo della politica: “Chiediamo alla politica di dare un’accelerazione sulla gestione dei beni confiscati, se ne parla ormai da due anni. In Parlamento ci sono delle proposte, sono indicati gli strumenti necessari per evitare certe scorciatoie che ci feriscono o che ci fanno male. E anche di recente abbiamo ribadito la necessità di una accelerazione. Sono anni che si aspetta che queste proposte che sono state fatte vengano concretizzate. Sono ferme in Parlamento, permetterebbero di avere maggiori strumenti in questo marasma di beni confiscati. Un danno d’immagine c’è. Per rispetto del lavoro della magistratura e della ricerca della verità, e per rispetto delle persone coinvolte, non bisogna mai semplificare. Ma una cosa è certa. Già da anni le associazioni chiedono chiarezza sulla confisca e il sequestro dei beni, chiedono alla politica procedure più’ efficaci e di rivedere la questione degli amministratori giudiziari. Da due anni, grazie al contributo di cooperative, magistrati e associazioni chiediamo di accelerare su questi temi. Già con il governo Letta era stato formato un gruppo di lavoro, i cui risultati abbiamo consegnato a questo governo”. Tutto ciò anche in previsione del fatto che da qui a breve, è ancora don Luigi Ciotti ad affermarlo, arriveranno circa 65 mila beni, frutto di nuove confische.



Data l’importanza e la frequenza con cui questo genere di scandali si verifica nel nostro paese, per don Luigi Ciotti la scuola, luogo di formazione intellettuale e morale, acquista poi un’importanza sociale non trascurabile. Afferma infatti il fondatore di “Libera“: “Le mafie si alimentano dagli orfani del territorio. Questa scuola ha costruito, non solo nell’ambito scolastico, un punto di riferimento verso tante persone. La lotta alla mafia vuol dire lavoro, lavoro, lavoro. Non bisogna dimenticarsi che la scuola deve allenare alla vita.  il problema non è tanto la legalità che oggi è una parola rubata. Ce l’hanno rubata, sì, svuotata di senso e significato. Parliamo di legalità a una condizione: che prima parliamo di dignità umana. Legalità è la saldatura tra la responsabilità che è l’io e la giustizia, che è il noi“.

Don Luigi Ciotti, parte attiva del progetto S.O.S. scuola ideato dall’Associazione Alveare per il sociale, ha infine incontrato gli studenti che più si sono dimostrati attenti al sociale e che nel corso del precedente anno scolastico hanno elaborato dei progetti atti a trasformare le loro scuole in luoghi di aggregazione o in piccoli musei.

La scelta della location, il Liceo Cassarà con annesso “Bar del Cassarà” (set di una nota fiction TV) non è da ritenersi casuale; gli ideatori del progetto S.O.S. scuola affermano infatti: “Un appuntamento importante per parlare di antimafia sociale nelle scuole, soprattutto dopo il dibattito sull’antimafia di questi giorni in Sicilia e gli atti vandalici alla scuola che si sono consumati la notte dell’8 settembre: ignoti hanno distrutto tre vetrate del piano terra, una lungo il corridoio e due che si trovano nella palestra dell’istituto“.

Tanti gli argomenti caldi insomma discussi da don Luigi Ciotti il quale, appare ormai evidente, reputa la scuola il luogo più adatto alla crescita sociale e morale delle nostre città.