CALTANISSETTA – “Vincenzo Scarantino aveva difficoltà espressive che si traducevano in un italiano non elegante, non forbito, ma non ricordo sospensioni durante gli interrogatori. Non ho mai registrato circostanze simili. Sicuramente nessuno gli suggeriva niente“.
Lo dice Lucia Falzone, per anni legale dello stesso Vincenzo Scarantino, il falso pentito che nel 1992 si era accusato di aver partecipato alla strage di via D’Amelio, salvo poi ritrattare tutto alcuni anni dopo.
Lucia Falzone è stata sentita oggi al Tribunale di Caltanissetta come teste nell’udienza relativa al depistaggio delle indagini sulla strage.
“Durante gli interrogatori c’era solo un generico invito a dire la verità. A fronte di alcune risposte che Scarantino dava il magistrato cercava, come è normale, di puntualizzare o fare domande. Dopodiché non c’era nessuna anomalia. Il comportamento delle persone che hanno operato alla mia presenza è stato irreprensibile“, ha aggiunto.
“Se Scarantino fosse stato in possesso dei verbali – ha poi sottolineato il legale – sicuramente gli avrei chiesto come li aveva avuti. Era concentrato solo sulle sue lamentele personali e le sue problematiche familiari, la paura che lo ammazzassero o che gli ammazzassero i familiari“.
Immagine di repertorio