Scuola, sciopero generale: anche a Catania docenti e Ata al presidio di CUB e USB in Prefettura

Scuola, sciopero generale: anche a Catania docenti e Ata al presidio di CUB e USB in Prefettura

CATANIA – Proclamato da Cobas Sardegna, Cub, Unicobas, USB Scuola e dalle studentesse e dagli studenti dell’Osa, si è svolto ieri lo sciopero generale della scuola pubblica statale, indetto “per dire no a un modello di istruzione fatto di test Invalsi – come se questi 15 mesi di pandemia non avessero ulteriormente scarnificato il già fragile corpo della scuola pubblica – e no a un Recovery Fund e collegato PNRR che lasciano intatti i veri problemi, quelli contro i quali combattono quotidianamente il personale della scuola, gli studenti, le famiglie“.



La giornata di mobilitazione si e svolta anche a Catania dove CUB e USB hanno tenuto un presidio nei pressi della Prefettura alla presenza, in piena osservanza delle normative anti-Covid, di docenti, personale Ata e studenti. Claudia Urzì – responsabile provinciale di USB Scuola Catania – e Francesco Tomasello – coordinatore regionale della CUB – nei loro interventi hanno spiegato il perché di questo sciopero, indetto e svolto sulla base di richieste estremamente chiare: “Immissione in ruolo di tutti i precari (docenti e ATA) a partire da quelli con tre anni di servizio, con un investimento di almeno 7 milioni di euro; libertà di mobilità per docenti e ATA (no ai vincoli quinquennali e triennali); investimento pluriennale nella riqualificazione e ampliamento degli edifici scolastici (13 milioni di euro); la ripresa di una scuola in sicurezza a settembre, con DPI adeguati (FFp2), più spazi, riduzione del numero di alunni per classe, sanificazioni adeguate (anche dell’aria) e nuovi organici in servizio dal 1° settembre; un sistema adeguato di tracciamento dei contagi; una campagna vaccinale efficace e rapida; l’abbandono della Didattica Digitale Integrata, una volta aperte le scuole a settembre; l’abolizione dei test Invalsi e dei Pcto; un rinnovo contrattuale che preveda un investimento di 7 milioni di euro per un congruo aumento degli stipendi, più il necessario per un immediato riconoscimento economico relativo al maggiore impegno di docenti e ATA durante la pandemia; completa internalizzazione del personale ausiliario ed educativo; rifiuto di ogni ipotesi di autonomia differenziata“.