TERMINI IMERESE – Nell’ambito della manifestazione “Notti di Sicilia”, si terrà mercoledì 23 agosto 2017 alle ore 21,30 l’iniziativa “Antichi mestieri. Visita guidata alla Collezione etnoantropologica Graziano”.
L’appuntamento è in via Calcedonio Geraci a Termini Imerese, dove a conclusione della visita è prevista una degustazione di prodotti tipici. L’iniziativa è organizzata da BCsicilia – Per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, in collaborazione con ATC a Guardie Sikane.
Nell’ambito dei molteplici elementi, astratti e concreti, che caratterizzano il patrimonio culturale di una determinata comunità etnica, il complesso dei beni etnoantropologici, hanno un posto di rilievo, perché raccontano il vissuto quotidiano di un popolo.
Far memoria quindi non per una sterile nostalgia del passato, ma perché essa orienta una visione positiva della vita e dei rapporti umani, educa alla convivenza pacifica, all’accoglienza e al rispetto dell’altro. In una sola parola, segna la cultura di un popolo. E questo è vero in particolar modo per la tradizione e la cultura popolare.
In special modo in Sicilia, luogo in cui queste ultime assumono una specificità tutta particolare perchè segnano l’identità stessa di un popolo. Tutto ciò che oggi noi siamo ha le sue radici nel passato, e dimenticare quest’ultime è come condurre una vita priva di punti di riferimento.
La collezione Graziano è in qualche modo memoria vivente di un frammento di un mondo antico. Posta in un piccolo spazio reso museale dal suo proprietario che è anche colui che con pazienza ed amore, ha raccolto, catalogato e sistemato gli oggetti di lavoro, culto e vita quotidiana di un tempo che non c’è più e la cui visione riporta alla mente luoghi, persone e aneddoti oggi dimenticati.
Nel museo possiamo ammirare, ordinatamente disposti, gli attrezzi del contadino, dall’aratro alla zappa, sino alla falce: essi raccontano di una antica vita rurale. Al completamento del ciclo del grano, è il ciclo della pasta alimentare dove la farina, fresca di molitura, veniva lavorata a mano per farne la pasta; ed ecco la madia, l’arbitriu e le canne dove la pasta fresca veniva stesa ad asciugare.
La collezione è ricca di attrezzi per la viticoltura, si notano gli strumenti del calzolaio e vari “cafisi” e bottiglie impagliate ci raccontano del ciclo dell’ulivo e dell’imbottigliamento dell’olio. Una collezione che diventa luogo dove si conserva la memoria storica alla scopo di ricordare gli stretti legami intercorrenti tra vecchio e nuovo, nella consapevolezza di una continuità tra ciò che è, ciò che è stato e ciò che sarà.