Sequestro dei marittimi in Libia, arriva il racconto dell’incubo: “Pensavamo di non farcela”

Sequestro dei marittimi in Libia, arriva il racconto dell’incubo: “Pensavamo di non farcela”

MAZARA DEL VALLO – A poche ore di distanza dalla notizia della liberazione dei 18 marittimi di Mazara del Vallo, rimasti per mesi in Libia, arriva il racconto dell’incubo.

Mentre Mazara si prepara con i festeggiamenti per l’arrivo degli uomini, atteso per la prossima domenica, arriva il drammatico racconto del capitano della “Medinea” Pietro Marrone in merito alla prigionia a Bengasi: “Abbiamo cambiato quattro carceri in condizioni sempre più difficili. L’ultima dove siamo stati era al buio, ci portavano il cibo con i contenitori di metallo e non era buono. È stato davvero molto complicato: accendevano e spegnevano le luci, a loro piacimento. Abbiamo subìto delle umiliazioni, pressioni piscologiche, ma mai violenze. Quando ci hanno detto che era il ‘giorno buono’ non ci abbiamo creduto”.

Giorni difficili e che sembravano non avere un risvolto positivo come del resto evidenzia Marrone: “Pensavamo di non farcela.

Ma dopo i 108 giorni infernali, la svolta è arrivata. Le vittime sono state rilasciate dal governo del generale Haftar e adesso sono dirette verso la propria patria, dopo un guasto al mezzo verificatosi ieri. La partenza ufficiale nella scorsa notte.

Proprio a Bengasi ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio hanno assistito alla liberazione dei due pescherecci “Antartide” e “Medinea”.

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