La chiamano “generazione tecnologica” quella degli adolescenti di oggi, cresciuti con smartphone, tablet e dispositivi simili sempre a portata di mano. Ma quanto corrisponde alla realtà questa definizione?
Nonostante sia innegabile l’incredibile talento di bambini e ragazzi nell’utilizzo dei modelli più recenti di cellulare e prodotti tecnologici “all’ultimo grido”, sembra che molti di loro abbiano una certa difficoltà a servirsi di un mezzo poco più “antico”, ma ancora indispensabile in ambito formativo e lavorativo: il computer.
Frutto di un lungo processo di elaborazione e progettazione durata addirittura secoli, questa straordinaria macchina è stata introdotta per la prima volta negli anni Quaranta. Al tempo aveva dimensioni gigantesche e ben 18mila valvole e quindi il suo aspetto era ben lontano da quello che possiede oggi. Così come lo conosciamo, il computer è nato e si è diffuso nel mercato di massa tra gli anni Settanta e Ottanta ed è diventato parte fondamentale del lavoro e della vita di tutta la popolazione mondiale tra la fine degli anni Novanta e i primi anni del nuovo millennio, quando le parole “Internet” e “World Wide Web” sono state introdotte nel linguaggio comune e hanno trasformato in maniera irreversibile il modo di vivere di milioni di persone.
Proprio il primo decennio degli anni Duemila ha rappresentato il periodo d’oro dei computer, introdotti in case, scuole e aziende con finalità educative, formative, professionali o semplicemente d’intrattenimento per grandi e piccini.
Una generazione di ragazzini entusiasti hanno iniziato a sostituire carta e penna, calcolatrici e macchine da scrivere con il nuovo strumento, che garantiva sicurezza, velocità ed efficacia e rendeva più agevoli molte operazioni che prima risultavano complesse. Generazioni di persone hanno iniziato ad applicarsi con costanza e impegno per apprendere i segreti del computer, diventandone esperti in poco tempo.
Negli anni, delle competenze base di informatica, un buon utilizzo dei suoi principali strumenti e la conoscenza del lessico base legato ai pc e al web sono diventati dei requisiti fondamentali per eseguire qualsiasi tipo di lavoro. Oggi, però, si assiste a una graduale sostituzione dei computer con dispositivi tecnologici sempre più piccoli ma comunque perfetti per accedere a Internet e alle sue funzionalità: gli smartphone.
Ci sono cose, però, che solo chi sa utilizzare anche il pc può comprendere e apprendere con maggiore facilità e completezza: l’utilizzo del pacchetto Office (utilizzato a livello mondiale in diverse attività lavorative), i principali formati di documenti e la creazione di grafiche e contenuti multimediali importanti sono senza dubbio tra queste.
Se gli adolescenti del secondo decennio del ventunesimo secolo sono perfettamente in grado di utilizzare Internet, i motori di ricerca e i social network come dei veri professionisti, è sconvolgente vedere come molti di loro non riescano spesso a distinguere un file .doc da un pdf né tantomeno di convertire documenti e immagini da un formato all’altro. I ragazzi in fase pre-adolescenziale, inoltre, utilizzano i computer di rado e sconoscono quasi del tutto i pc fissi: capita spesso anche di sentire di giovani che non abbiano idea di come accendere tali dispositivi o del significato di parole di uso comune in ambito informatico, come desktop o sistema operativo.
Inoltre, la scarsa conoscenza e un utilizzo poco frequente dei computer porta gli studenti di scuole medie e superiori a non prendere in considerazione i contenuti multimediali dei loro libri di testo, una grave perdita per la loro formazione personale.
Da qualche anno la situazione sembra peggiorare di giorno in giorno e questo costringe scuole e università a correre ai ripari: corsi d’informatica obbligatori in istituti secondari e università e l’utilizzo di strumenti online o di programmi come Powerpoint nelle attività scolastiche rispondono alla necessità di non far perdere ai professionisti di domani la curiosità di scoprire gli strumenti dei computer e la possibilità di utilizzarli per migliorare la qualità del loro lavoro in futuro.
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