PATERNÒ – Al fine di recuperare le prospettive comunicative proprie della canzone popolare siciliana, alle ore 18 di sabato 8 febbraio, al Piccolo Teatro di Paternò in via Monastero si è svolta la Giornata conclusiva del Progetto “La piazza, la scuola e la parola cantata – Il valore didattico del sapere critico e dello spettacolo multimediale dei cantastorie”, promosso dall’Associazione Culturale “Busacca”, che ha visto la partecipazione attiva di allievi e docenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Mario Rapisardi”.
Il progetto dei cantastorie del “Mario Rapisardi”
L’evento, aperto dai saluti del sindaco dott. Antonino Naso e dell’assessore alla Cultura dott. Giovambattista Caruso, è stato curato dalla dott.ssa Francesca Busacca, erede della celebre famiglia di poeti-cantori, e del prof. Mauro Geraci dell’Università degli Studi di Messina, studioso ed interprete dell’arte dei cantastorie, i quali hanno ripercorso tutte le tappe di un’ambiziosa esperienza laboratoriale che ha coinvolto quest’anno la Dirigente Scolastica dell’Istituto “Rapisardi” dott.ssa Maria Grazia D’Amico, il dott. Luigi Sanfilippo e le docenti di Lettere Prof.sse Concetta Giuseppina Palazzo, Daniela Privitera, Maria Luigia Quagliano e Anna Sanfilippo.
Due giovani cantastorie
Ad illustrare al pubblico i lavori svolti dalla Scuola, che si sono alternati agli intermezzi poetici e musicali del prof. Geraci e della piccola Ginevra Giuffrida, destinata a perpetuare l’eredità della famiglia Busacca, è stata la prof.ssa Quagliano, la quale, ispirandosi ai protagonisti siciliani del romanzo “Con i miei occhi” della prof.ssa Lina Gandolfo, per l’occasione invitata a salire sul palco, ha voluto affidare a due giovani cantastorie, le alunne Antonina Rapisarda e Hilary Corallo, rispettivamente della classe I A e della classe II A del Liceo Classico, il compito di recitare le poesie da lei stessa modellate sulla struttura di un coro tragico e intitolate “Maricchia” e “Cheli”, ove vien messo in discussione il rapporto fra maschio e femmina, fermo all’arcaica cultura della violenza e del predominio.
Lo spettacolo è proseguito con la “recitatio” della “Ballata del Carnevale”, composta dall’alunna Hilary Corallo di strofe di endecasillabi a rima baciata o assonante, che indica l’opportunità per gli uomini di essere se stessi, senza adattarsi sul volto alcuna maschera o vivere nella finzione. Uno spazio centrale è stato poi dedicato alla “performance” di una studentessa della classe IV LB del Liceo Artistico, Rita Leonardi, che col componimento dal titolo “Di nomu Santu si chiamava”, declamato insieme alla compagna Martina Lombardo, ha dato voce e colore, attraverso un elaborato grafico, al dramma del diciannovenne fidanzato della cugina, ucciso nel novembre 2024 a San Sebastiano al Vesuvio (in provincia di Napoli), per aver fatto da paciaro in una lite scoppiata a seguito di un pestone su un paio di scarpe costose.
La “Ballata del Liceo Rapisardi”
Alla fine delle tre esibizioni, la prof.ssa Sanfilippo ha interpretato la sua “Ballata del Liceo Rapisardi”, nata da un’idea del dott. Sanfilippo, autore dell’articolo “Lineamenti di storia-Paternò e il suo Istituto di Istruzione Superiore” (in “Archivio storico per la Sicilia Orientale”, anno VI, n.1, 2022), ma rifatta sullo schema metrico dei “cantari”, recitati nel sec. XIV in ottava rima da cantastorie e girovaghi con o senza accompagnamento musicale.
La consegna della targa
Ad impreziosire la serata, che si è conclusa con la consegna di una targa – premio all’Istituto “Rapisardi” per il suo lodevole impegno e con l’immancabile foto di rito, hanno contribuito anche le ex colleghe del Liceo Classico, prof.ssa Carmela Pino e prof.ssa Angela Rita Pistorio.