QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.
La psicologia dei serial killer è un argomento molto complesso che attira l’attenzione di criminologi, psicologi, investigatori e giornalisti. La mente dei serial killer affascina e terrorizza allo stesso tempo, poiché dietro ogni omicidio c’è una psiche complessa e disturbata.
Un serial killer è definito come una persona che uccide tre o più vittime in un periodo di tempo esteso, con periodi di “raffreddamento”, cioè dei momenti di pausa, durante i quali egli sembra comportarsi normalmente, legati al bisogno di “riprendersi emotivamente” o semplicemente di pianificare il crimine successivo.
Ogni serial killer ha dei disturbi mentali, di cui i più noti sono i seguenti:
-Il disturbo antisociale di personalità che si manifesta nell’assenza di empatia, di rimorso e di sensi di colpa. Coloro che soffrono di questo disturbo sono abili manipolatori e spesso riescono a nascondere il loro comportamento deviato dietro uno normale;
-Il disturbo narcisistico di personalità che causa un senso di superiorità e la necessità di ammirazione;
-La psicopatia cioè tendenza ad essere molto calcolatori;
-La sociopatia che sfocia nell’impulsività e nella tendenza a mostrarsi più facilmente violenti e irrequieti.
La predisposizione genetica, legata a disfunzioni neurologiche, le alterazioni chimiche nel cervello, le disfunzioni nel lobo frontale (responsabile del controllo dell’impulsività e del ragionamento morale) o anomalie nei neurotrasmettitori (coinvolti nella regolazione dell’umore e dei comportamenti) possono essere una delle cause di tali disturbi.
Ci sono molte teorie psicologiche che cercano di spiegare il perché alcuni individui diventino serial killer:
-Secondo la teoria della frustrazione i serial killer commettono omicidi come risposta a frustrazioni psicologiche accumulate nel tempo a causa della loro insoddisfazione personale;
-Secondo la teoria dell’apprendimento sociale i serial killer osservano e imitano modelli di persone violente in famiglia o in comunità, normalizzandoli e portandosi dietro traumi che causano loro difficoltà nell’instaurare relazioni sane da adulti, isolamento sociale e spinta a sviluppare fantasie violente per ricevere considerazione;
-Infine la teoria dell’impulso incontrollato in base a cui i serial killer possiedono una capacità limitata di controllare i loro impulsi a causa dei loro disturbi.
La psicologia dei serial killer è un campo di studio complesso che coinvolge numerosi fattori, tra cui tratti psicologici, biologici e sociali. Sebbene non esista una spiegazione unica per capire il comportamento di un serial killer, molti esperti concordano sul fatto che le esperienze infantili, la genetica e i disturbi mentali, giochino un ruolo fondamentale nel determinare chi può diventare un serial killer. La ricerca continua, con l’obiettivo di comprendere meglio queste menti disturbate e, si spera, prevenirne futuri crimini.
Vittoria Maria Caccamo 2^LA Liceo “Lombardo Radice” – Gravina (CT)