Ancora qualche riflessione sulla Procreazione medicalmente assistita

Ancora qualche riflessione sulla Procreazione medicalmente assistita

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Il 10 giugno scorso, su queste pagine avevo trattato l’argomento della “Procreazione medicalmente assistita” (PMA) e delle varie storture in diverse regioni, tra queste anche in Sicilia, che pur in presenza di una norma nazionale, ancora oggi non si sono adeguate agli standard che riconoscono l’infertilità come malattia e pertanto sotto la protezione del servizio sanitario nazionale (SSN). Alla resa dei conti, oggi chi vuole generare un figlio servendosi della PMA, deve emigrare spendendo talvolta una vera e propria fortuna e spesso anche senza risultati.

Ma oggi riprendo il discorso centrando l’attenzione su quanto il Consiglio Superiore di Sanità (CSS) ha deliberato e la Camera dei deputati in prima lettura sta legiferando. Il CSS, infatti, recependo il regolamento del ministero della salute 17/2006 e 39/2012 pone dei paletti ben precisi per tutelare la salute del concepito, segnatamente per l’eterologa indica la necessità della mappa cromosomica del donatore al fine di tutelare la salute del concepito, evitando la possibilità di malattie genetiche conosciute, purtroppo come accaduto in altri paesi europei.

Inoltre fissa il limite massimo di 10 nascite per ogni donatore e l’età entro cui è possibile donare gameti: gli uomini tra i 18 e 40 anni, le donne tra i 20 e 35 anni. Questi limiti di età così rigorosi derivano dalla letteratura scientifica che analizza i fattori di rischio di tipo genetico. Infine, e non per questo meno importante, la tracciabilità donatore-nato attraverso un registro dei donatori e viceversa. Il perché di queste decisioni del CSS solo ora? Ebbene, in Italia la legge 40 proibiva la fecondazione PMA eterologa, pertanto i genitori erano conosciuti e riconoscibili; dopo la sentenza di quest’anno della Corte Costituzionale che dà il via libera alla fecondazione eterologa, si è reso necessario che il massimo organismo di consultazione del ministero della salute desse delle regole.

Su un altro piano è invece quanto è stato approvato dalla Camera dei deputati ed esattamente il diritto dei figli non riconosciuti alla nascita di ritrovare i propri genitori biologici. Questa norma, anche se approvata a larga maggioranza, pone sotto la lente di ingrandimento due diritti fondamentali, quello del genitore biologico di mantenere l’anonimato e quello del figlio di sapere chi lo ha generato. Ebbene su questo argomento non tutti sono d’accordo perché quando si parla di diritti fondamentali ci sono sempre visioni diverse dello stesso problema. La norma approvata dovrà ancora passare all’esame del Senato, ma sembra che il diritto dei figli sia considerato preminente rispetto a quello dei genitori.

Il vero problema che oggi la scienza e la società devono porsi è il calo della fertilità. Si parla che solo il 25% dei maschi oggi può concepire senza difficoltà e che l’esposizione agli inquinanti chimici ostacola le gravidanze. Il Corriere della Sera del 21 giugno riporta un articolo a firma di Elena Tebano dal titolo “La sesta estinzione coinvolgerà l’uomo?”. Porsi problemi è nella natura umana, risolverli è compito dell’intelligenza umana.