Tagli sulla Tari per disservizio

Tagli sulla Tari per disservizio

Sempre più spesso sentiamo parlare dell’emergenza rifiuti depositata per giorni sui marciapiedi o sui cassonetti stracolmi.

In base ai dati della Confcommercio, la Tari nel 2017 ha raggiunto un valore di 9,3 miliardi di euro con una crescita nel tempo del 70% ed, inoltre, la stessa, dichiara che questa situazione è data dalla inadeguatezza dei comuni nel saper smaltire i rifiuti creando enormi disagi, in primis ai “contribuenti modello”. Ne ricaviamo, che tale fattore va ad incidere sulle tasche degli italiani, i quali, non
usufruiscono di un servizio efficiente bensì scadente.

Oggi è possibile grazie alle ultime sentenze avere una riduzione sulla tassa dei rifiuti nel caso in cui non venga svolto un servizio adeguato.

È quanto stato stabilito dalla Corte di Cassazione con la sentenza 22531/2017, la quale ha puntualizzato che in caso di continui disservizi nella raccolta dei rifiuti, i contribuenti hanno diritto alla riduzione della Tari, nella fattispecie “per il solo fatto che il servizio di raccolta, debitamente istituito e attivato, non venga poi concretamente svolto, ovvero venga svolto in grave difformità rispetto alle modalità regolamentari relative alle distanze e capacità dei contenitori ed alla frequenza della raccolta; così da far venire meno le condizioni di ordinaria e agevole fruizione del servizio da parte dell’utente”.

Suddetto principio enunciato dalla Corte di Cassazione è stato riaffermato dalla Commissione tributaria provinciale di Roma con la sentenza N.6269/41/2018, stabilendo che “in caso di grave disservizio nella raccolta dei rifiuti, comprovata da diffide scritte al comune ed all’azienda incaricata del servizio, unitamente a rilievi fotografici”, il contribuente ha diritto ad avere una decurtazione pari al 50% della Tari; poiché non ha ricevuto un adeguato servizio di smaltimento completamente idoneo e regolare, “creando un grave disservizio… ed una situazione di carenza igienico ambientale”.