Panettone o Pandoro? È questa la diatriba che accende il Natale.
Ma al di là della scelta, la vera domanda dovrebbe essere: cosa c’è dietro i panettoni che portiamo in tavola durante le feste?
Secondo quanto denuncia la fondazione PETA (People for the Ethical Treatment of Animals), il panettone Motta utilizzerebbe uova proveniente da galline “condannate a una vita miserabile in gabbie minuscole e spesso sporche“.
Ma non solo. Il movimento animalista continua la denuncia sostenendo che le galline ovaiole patiscono il doloroso taglio del becco e soffrono spesso di malattie come l’osteoporosi.
Inoltre, quando non sono più “utili”, vengono destinate al macello dove, in stato cosciente, subiscono il taglio della gola. Sorte peggiore tocca ai pulcini maschi che, inutilizzabili per il settore uova, vengono uccisi dopo la nascita.
Gli animalisti puntano il dito anche contro gli allevamenti all’aperto, che molto spesso non sono “cruelty-free“, al contrario di quel che si pensa solitamente. La maggior parte degli allevamenti a terra, infatti, stipa migliaia di uccelli nei capannoni con piccole finestrelle come unico contatto con il mondo esterno.
Conclude la fondazione: “Con la crescita costante del veganismo in Italia, così come all’estero, destinata a continuare, suggeriamo a Motta di modernizzare la ricetta del suo panettone e abbandonare gli ingredienti di origine animale, o di prepararsi a vedere i prodotti abbandonati sugli scaffali”.