“Troppa crisi economica, aboliamo l’Epifania”: quegli otto anni vissuti senza la Befana

“Troppa crisi economica, aboliamo l’Epifania”: quegli otto anni vissuti senza la Befana

Il 6 gennaio di ogni anno, come da tradizione, si rinnova la ricorrenza dell’Epifania. Questa data, che segna convenzionalmente la conclusione delle festività natalizie, viene comunemente associata alla figura della Befana che porta doni e giocattoli ai più piccini.

Ma cosa succederebbe se, all’improvviso, qualcuno decidesse di abolire questa celebrazione dal calendario? Niente paura, non esistono presupposti che facciano pensare alla cancellazione dell’Epifania in tempi attuali. Tuttavia, per un certo periodo, questa festività ha già conosciuto un momento di “stand-by” durante il quale, in Italia, nessun bambino ha scartato regali e nessun lavoratore ha goduto di un giorno di ferie.

Ci riferiamo, infatti, al lasso di tempo compreso tra gli anni 1977 e 1985, quando il 6 gennaio non venne considerato festivo nel nostro Paese. A causa della legge n. 54 del 5 marzo 1977 promulgata sotto il governo Andreotti, dal calendario vennero cancellate una serie di festività per incrementare i giorni di lavoro.

Tutto questo si verificò per assicurare un più alto livello di produttività alla luce dei rischi arrecati da una possibile recessione economica. Tuttavia, con il passare del tempo, la volontà di ripristinare la “Befana perduta” emerse gradualmente e si concretizzò nel 1983 su iniziativa di Adriano Ossicini, antifascista, ex partigiano e medaglia al valore militare, e di altri senatori italiani che diedero voce in Parlamento a proteste e petizioni.

Le motivazioni che sostennero il ritorno dell’Epifania come solennità furono molteplici ed efficacemente descritte nel relativo comunicato alla presidenza. Tra le principali, quelle legate all’ascolto dei bisogni dei più piccoli “che non si possono difendere, che non possono far sentire, se non in modo indiretto, le loro ragioni“. Nel 1985 un decreto ministeriale reintrodusse l’Epifania. Morale della storia? Prestando orecchio ai bambini, anche gli adulti si dimostrano capaci di compiere buone azioni.

Immagine di repertorio