Donne: obiettivi raggiunti e lotte ancora da combattere

Donne: obiettivi raggiunti e lotte ancora da combattere

Che fine hanno fatto le femministe? Da quando il primo movimento femminista è nato alla fine dell’800 in Europa, cosa è cambiato?

La prima ondata femminista è stata quella dell’uguaglianza e della lotta per il raggiungimento degli stessi diritti degli uomini: diritto di voto, accesso all’educazione e uguaglianza giuridica.

La seconda ondata rivoluzionaria risale agli anni ’60/70 del ‘900, quando la rivoluzione liberale era parzialmente raggiunta nei paesi occidentali, si concentra sull’affermazione delle pari opportunità, ancora carenti, soprattutto nei luoghi di lavoro.

È anche il momento della caduta dei tabù e della rivoluzione sessuale, in cui i confini tra uomo e donna vengono abbattuti, superando il concetto di identità fisse.

Ma viene da chiederci, oggi a che punto siamo arrivati? Negli anni zero sono stati numerosi i movimenti nati da battaglie mosse e combattute dalle donne, ma questo cambiamento è ancora in atto?

A partire dal 2011, in Italia e in altri Paesi europei nascono e si sviluppano una serie di gruppi di femministe impegnate nella lotta contro la violenza di genere, il sessismo e l’omofobia.

Ciò che caratterizza questa nuova ondata contemporanea è la presenza sul digitale, inevitabile e scontata per qualcuno. Ma è proprio online che si combatte una battaglia parallela a quella delle piazze. Si passa dalla lotta agli haters, le cui vittime sono nella maggior parte dei casi donne, contro le quali gli attacchi sono sempre sessisti. È online che nascono delle community, per discutere, affrontare e porre l’attenzione sui problemi giornalieri che ogni donna si trova ad affrontare: molestie sul lavoro, paura di dover rientrare a casa da sole, il giudizio sull’aspetto fisico al quale vengono sottoposte.

Tra i più attivi (online e offline) nati in questi anni c’è il gruppo Non Una di Meno. In America il Me Too, che ha preso piede nella lotta unita contro le molesti subite da moltissime attrici dal produttore Harvey Weinstein. In Ucraina nel 2009 contro la società violenta e maschilista iniziano la loro lotta politica le Femen. Altri hanno avuto vita breve, solo qualche anno. È il caso delle Pussy Riot anti-Putin.

L’errore da non commettere è quello di cadere in dei clichè che rischiano di banalizzare e di vanificare tutti gli sforzi fatti fino a oggi.

Poi ci sono le campagne di sensibilizzazioni (e di marketing sopratutto) avviate anche dai grani marchi che hanno smesso di utilizzare solo modelle taglia 38, cercando di diffondere un modello di bellezza comune.

Altre case di moda che smettono di utilizzare il photo-editing per migliorare le forme e nascondere i difetti (difetti per chi?).

Le libertà ottenute e conquistate vanno coltivate costantemente. L’autonomia di scelta è ciò che rende un paese civile e, da questo passa l’emancipazione di chiunque. Dalla possibilità di compiere una scelta senza sentirsi costantemente giudicati e, dal dovere di accettare che gli altri prendano delle decisioni diverse dalle nostre.

Immagine di repertorio