CATANIA – Con la faccia di chi crede di essersi imbattuto per la prima volta in un incontro ravvicinato con un alieno, allo stesso modo i catanesi stanno sperimentando in questi giorni la progressiva pedonalizzazione del centro storico etneo.
Sorpresa e sbigottimento, infatti, per gli abitanti di una città poco incline all’educazione verso la mobilità sostenibile e il rispetto delle normative. Paletti e dissuasori hanno iniziato a fare la loro comparsa nell’area turistica del capoluogo dell’elefante, sottraendo centimetri al flusso veicolare e riconsegnando spazi finora rimasti intasati dalla sosta selvaggia.
L’offensiva dell’amministrazione etnea è cominciata negli ultimi giorni di febbraio, sebbene il guanto di sfida fosse stato già lanciato nelle settimane precedenti con le premesse di una grande rivoluzione sotto il profilo della mobilità cittadina.
Un messaggio promulgato in seguito alle altre recenti disposizioni provenienti da palazzo degli Elefanti, come l’improvvisa rimozione delle isole spartitraffico tra corso Delle Province e via Gabriele D’Annunzio che nel 2014 avevano normalizzato la circolazione stradale nel quartiere Borgo-Sanzio, la sistemazione “mordi e fuggi” dei cordoli della corsia preferenziale per gli autobus in viale Vittorio Veneto e lo smantellamento della Ztl di via Dusmet.
Tutte decisioni non esenti da polemiche e interrogativi sui temi della sicurezza e sulle esigenze dei commercianti. Tornando ai propositi più recenti, i primi effetti della pedonalizzazione etnea si sono già visti, nelle scorse ore, nella trafficatissima piazza Dante, dove sorgono nel giro di poche centinaia di metri la sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania al Monastero dei Benedettini, la chiesa di San Nicolò l’Arena e il complesso “Le Verginelle” che ospita i locali della facoltà di Scienze della Formazione dell’ateneo catanese.
Proprio davanti a queste strutture è stata realizzata un’area traffic-free che ha portato alla scomparsa di auto e motorini. Le fioriere vengono attualmente controllate a vista dalle pattuglie della polizia locale per evitare possibili incursioni, ma all’esterno della “zona franca” continuano a esistere enormi contraddizioni, come la perenne occupazione della contigua piazza Dei Miracoli, ancora assediata da automobili e furgoncini monitorati dai parcheggiatori abusivi, e la sosta selvaggia sugli stalli riservati alle auto elettriche da poco realizzati davanti gli uffici della Cigl.
Sembra già non essere piaciuta, poi, la chiusura al traffico del tratto di via Crociferi compreso tra l’incrocio con via Sangiuliano e l’arco di San Benedetto. Qualcuno, una settimana fa, aveva estirpato i paletti presenti da tempo all’altezza dell’intersezione, probabilmente in segno di protesta. Resistono, al momento, i puntelli sistemati sotto la storica volta che collega le due parti del Monastero di San Benedetto. Segnali di una difficile convivenza tra la razionalizzazione dell’ambiente urbano e il perdurare di un cattivo costume difficile da estinguere.
Nel frattempo, la pedonalizzazione del centro storico catanese continua a fiorire. Sono stati già installati dei dissuasori sotto porta Uzeda, all’ingresso meridionale di piazza Duomo, e delle barriere in via Santa Maria del Rosario e in via Raddusa, rispettivamente alle spalle di piazza Università e poco prima dell’incrocio con via Vittorio Emanuele.