Petrolchimico Priolo, 8 nomi nel registro degli indagati. Coltraro: “Provvedimento epocale”

Petrolchimico Priolo, 8 nomi nel registro degli indagati. Coltraro: “Provvedimento epocale”

PRIOLO – La giornata di ieri è stata segnata da un evento storico per la nostra isola e non solo: il sequestro di impianti del nucleo petrolchimico di Priolo, uno tra i più grandi e importanti d’Europa.

Su questa maxi operazione, condotta dalla procura di Siracusa, cominciano ad emergere alcuni dettagli in più di quelli di cui ieri vi abbiamo già parlato. Le aziende, infatti, avranno quindici giorni di tempo per rispettare le prescrizioni imposte (e derivanti dalle numerose denunce a carico delle aziende), a seguito del sequestro.

L’aria della zona era ormai da tempo irrespirabile e monitorare le emissioni con un sistema di controllo più aggiornato e ridurle sensibilmente sono tra gli obiettivi primari delle aziende che, quanto prima, devono portarli a termine per preservare, soprattutto, l’ambiente circostante. Proprio quest’ultimo aspetto è stato una delle cause scatenanti delle numerose denunce, dei sequestri che ne sono seguiti e degli otto indagati.

Si tratta di esponenti importanti dei due colossi, Esso e Isab, indagati a vario titolo per grave inquinamento ambientale e mancanza di controllo. Una vicenda ancora da seguire, visto che si prevedono altri risvolti giudiziari. La procura, che sotto autorizzazione del gip, come detto, ha effettuato il sequestro, contesta alle due aziende diversi aspetti:

  • Unica autorizzazione per due stabilimenti, che prevede il mancato rispetto delle norme della comunità europea e nazionale;
  • Mancanza di adeguamento per le emissioni nelle vasche;
  • Mancata comunicazione di numerosi episodi di sforamento lungo una determinata fascia oraria dei limiti delle emissioni.

Grazie a una serie di dati acquisiti dall’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) è stato riscontrato un’eccessivo superamento di sostanze, che producono effetti nocivi per l’aria siracusana.

In merito alla questione ha voluto esprimersi anche il deputato regionale, Giambattista Coltraro, il quale con grande compiacimento saluta così l’azione della procura aretusea:

“La prevenzione, in questo caso garantita con il sequestro, non è mai troppa, specie quando in ballo c’è la salute della collettività. Sono mesi che ci battiamo, anche attraverso interventi parlamentari, per porre l’attenzione dei governi, nazionale e regionale, e di tutti gli enti territoriali preposti al controllo, contro le sospette emissioni fuori norma, annunciate spesso nel Siracusano dall’aria resa irrespirabile dalle sostanze rilasciate. Questo provvedimento della magistratura è simbolico, epocale, e soprattutto segna la vittoria della lotta della società civile che, anche attraverso un tam tam sui social e nelle sedi giudiziarie, ha rivendicato un ambiente sano dove vivere e fare crescere i propri figli, abbassando i fattori di rischio per le patologie tumorali e respiratorie, molto diffuse a livello provinciale”.

“Questo provvedimento – conclude Coltraroapre un precedente e funge da deterrente, per quegli industriali che in nome del profitto metterebbero a repentaglio la salubrità dell’ambiente che ospita gli stabilimenti. Di fronte alla salute viene annientato qualsivoglia ‘ricatto occupazionale’. L’industria deve produrre benessere e non sottrarlo né agli addetti ai lavori, né alle popolazioni delle aree in cui agisce. Sono ottimista. I livelli di guardia si stanno innalzando e se bisogna applicare un regime sanzionatorio sia benvenuto a tutela dell’incolumità pubblica”.